Forte San Felice, al via il lavoro di recupero

Chioggia. Entro un mese l’area sarà smilitarizzata, intanto il comitato scrive al Consorzio Venezia Nuova proponendo un progetto storico e ambientale

CHIOGGIA. Entro un mese la smilitarizzazione del Forte di San Felice e l’avvio del processo di recupero. Lo auspica il responsabile del comitato Forte San Felice, Erminio Boscolo Bibi, che rivela come il progetto abbia attirato l’interesse anche del direttore veneto dei musei statali per avviare un confronto sulla gestione. Il comitato ha inviato al Consorzio Venezia Nuova un elenco di osservazioni e proposte approfittando della “consultazione” che il CVN ha avviato sul sito per alleggerire l’impatto del Mose.

«Sono sei i punti che ci siamo permessi di segnalare al Consorzio», spiega Bibi, «questa consultazione arriva tardi, troppo tardi, le opere sono in gran parte finite, ma se davvero c’è modo ancora di incidere, noi tentiamo. Nella spalla sud della bocca di porto la piattaforma sembra un mostro di cemento: l’edificio di controllo con un’altezza di 21 metri altera in modo irreversibile il paesaggio. È davvero necessario? È il più alto tra tutte le bocche di porto, deve essere sicuramente abbassato, la lanterna del vecchio faro deve tornare al suo posto e la torre medievale tagliata dagli Austriaci va ripristinata». Le osservazioni continuano chiedendo la piena accessibilità al Forte, ripristinando il passaggio dalla diga interrotto negli anni di cantiere e adeguandolo opportunamente al transito dei disabili. «Va recuperata la vasta area verde a ridosso dell’antico murazzo», aggiunge Bibi, «la sua vegetazione retrodunale, pur messa a rischio dall’avanzata dei rovi in questi anni di chiusura per i cantieri del Mose, rappresenta un habitat di considerevole valore. Tutta la bocca di porto dev’essere considerata come un insieme unitario sia dal punto di vista storico, con le fortificazioni (Forte San Felice, Batteria Sottomarina, Forte Barbarigo, Ottagono Caroman) e il murazzo, che dal punto di vista ambientale (oasi naturalistica di Caroman, area verde ex compendio San Felice) creando dei percorsi di visita via acqua nell’ottica di costituire un parco a carattere storico e naturalistico a cavallo della bocca di porto».

Per il Forte sono giorni caldi. Il processo di smilitarizzazione, con il passaggio della proprietà dalla Marina (Ministero della Difesa) al Provveditorato alle opere pubbliche, decreterà l’avvio del progetto di recupero. «Contiamo si chiuda nel giro di un mese», spiega Bibi, «a breve ci sarà anche un incontro con il responsabile veneto dei musei statali per iniziare a parlare della gestione».

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