«Foresteria e piscina dal possibile rilancio al rischio degrado»

Lido. La denuncia della Alberoni sas che da 9 anni ha avviato un progetto di recupero. «Ecco perché qui non si investe»

LIDO. Nove anni di modifiche, disguidi e scelte mancate sul progetto per la piscina olimpionica con foresteria, e dietro l’ex orfanotrofio La Fontaine la situazione è ancora tutta da definire tra degrado e proteste. A rimanere con il cerino in mano, a quanto pare, è la Alberoni sas della famiglia De Col.

Dieci anni fa acquisì l'area con un accordo stipulato con il Comune che prevedeva la ristrutturazione dell’ex orfanotrofio, la costruzione di una foresteria e di una piscina olimpionica di 50 metri. In cambio avrebbe realizzato anche dieci appartamenti in edilizia convenzionata. Dopo nove anni questi ultimi sono già quasi tutti occupati, mancano solo gli ultimi due per i quali l’iter è già stato avviato dopo il bando pubblico.

L’ex orfanotrofio strada facendo è stato rilevato da una cordata vicentina che si è arrangiata a fare il restauro ma, a quanto pare, al momento nessuno degli appartamenti di pregio è abitato. Infine ci sono una foresteria incompleta, con 40 camere doppie e servizi annessi che per ora non si sa neppure quando verranno ultimati, e una piscina che giace ancora solo nei disegni dei progettisti. Doveva essere affacciata sulla laguna, sfruttando lo scorcio di Venezia vista dal Lido. Si parlò a suo tempo di farne un centro federale per il nuoto e perfino di invitare come madrina d’eccezione Federica Pellegrini per il fatidico taglio del nastro. Si parlò pure di grandi eventi e di un coinvolgimento di altre federazioni sempre legate a discipline acquatiche, come canoa e canottaggio. Invece nulla, e di mezzo ci sarebbe anche il problema dell’adiacente bocciodromo, abbandonato da tempo, il cui capannone è coperto da eternit. Degrado su degrado, e a cercare di spiegare la situazione è Luigi De Col. «Noi di Alberoni sas siamo bloccati e stiamo perdendo un sacco di soldi», afferma. «Purtroppo in questi dieci anni si sono succedute le giunte e i commissariamenti, e ognuno ha detto o non detto la sua sul progetto della piscina. Però il Comune è proprietario del bocciodromo abbandonato, e quello dovrebbe essere eliminato con bonifica di tutta l'area. Invece nulla. Noi i patti li abbiamo rispettati, costruendo gli appartamenti in edilizia convenzionata e consegnandoli al Comune a cifre non certo da mercato immobiliare lidense. Ma siamo ancora qui, impantanati nella burocrazia, in attesa di sapere se la piscina va fatta da 25 o 50 metri, se le tribune dovranno essere fisse o mobili. Il tempo passa, e se gli alloggi non si finiscono, si potrebbero avere altri problemi in termini di ulteriori lavori di manutenzione».

De Col manifesta tutta la sua amarezza. «Poi ci si chiede perché il privato non investe, qui noi ci abbiamo provato». Così da via Bembo lo scorcio offre la foresteria in attesa di essere conclusa e gli scoperti pieni di calcinacci, cartoni e bancali in legno. Sul fronte opposto una bocciofila dimenticata in un’area di grande pregio ai piedi del ponte delle Quattro Fontane. Il degrado al Lido non è solo l'ex ospedale.

Simone Bianchi

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