Fontego dei Tedeschi, i lavori continuano

Il Consiglio di Stato respinge definitivamente il ricorso di Italia Nostra, che chiedeva di eliminare terrazza e nuovo piano
Di Enrico Tantucci

La ristrutturazione del Fontego dei Tedeschi secondo il progetto del gruppo Benetton per trasformarlo in un grande magazzino di lusso - che sarà gestito dai francesi della Dfs - deve andare avanti così com’è, senza alcuna modifica al progetto curato dall’archistar olandese Rem Koolhaas e dallo Studio Oma. È stato il Consiglio di Stato a mettere la parola fine alla contestata vicenda del Fontego dei Tedeschi, respingendo il ricorso al Consiglio di Stato contro l’intervento presentato da Italia Nostra, dove che già il Tar aveva dato torto all’associazione ambientalista. Soddisfatto, con Edizione - la società del gruppo Benettom proprietaria del cinquecentesco edificio - anche il Comune, contro cui era anche rivolto il ricorso di Italia Nostra per aver consentito il via libera alla trasformazione dell’edificio.

«Il Consiglio di Stato - si legge infatti in una nota di Ca’ Farsetti evidentemente ispirata dal commissario straordinario Vittorio Zappalorto - ha respinto l'appello confermando dunque la sentenza del Tar Veneto che aveva riconosciuto la totale legittimità degli atti del Comune di Venezia e della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Venezia e Laguna che riguardano la riqualificazione dello storico Palazzo sul Canal Grande, fino a pochi anni fa sede delle Poste ed ora di proprietà del Gruppo Benetton (Società Edizione srl). In particolare il Consiglio di Stato ha ritenuto legittimo il permesso di costruire in deroga in quanto ha rilevato l'effettiva sussistenza dell'interesse pubblico, costituito “dagli effetti benefici per la collettività che dalla deroga derivano (...)" visto che vengono assicurate "la fruizione pubblica degli spazi e l'apertura per iniziative culturali”. Il Consiglio di Stato, inoltre, ha ritenuto che “il sacrificio delle previsioni pianificatorie, è comparativamente minimo rispetto ai miglioramenti derivanti all'immobile stesso”, che viene in questo modo restituito alla città con la destinazione originaria del 1500, che era proprio quella commerciale».

Letteralmente furibonda Lidia Fersuoch, presidente della sezione veneziana di Italia Nostra e recentemente autrice di un testo che documenta l’importanza storica e architettonica ancor oggi del Fontego dei Tedeschi. «Italia Nostra non chiedeva di bloccare il progetto Benetton - commenta - ma solo di evitarne gli aspetti inaccettabili per l’edificio, come la realizzazione della terrazza panoramica sul tetto, l’aggiunta di un piano all’edificio ricavato sotto il lucernario attuale e la creazione del gigantesco foro circolare nelle murature di piano terra e primo piano per segnalare la presenza delle scale mobili. Questa sentenza invece dice che è possibile ricavare piani sopraelevati negli edifici storici come a Venezia è proibito dagli anni Cinquanta e realizzare terrazze panoramiche su di essi. Mi aspetto, su questa base, il prossimo via libera a una terrazza panoramica con vetrata nel loggiato di Palazzo Ducale per bere così allegramente uno spritz fronte bacino... Inoltre l’integrità del Fontego dei Tedeschi, non è diversa, ad esempio, sul piano delle trasformazioni nel tempo, da quello di un edificio come la Ca’ d’Oro. Dunque, terrazza panoramica anche là... La verità è che a Venezia non c’è più spazio per la tutela e la salvaguardia».

Intanto i lavori del gruppo Benetton vanno avanti a spron battuto e si concluderanno probabilmente a febbraio 2015, facendo slittare di qualche mese - ma sempre in estate - l’apertura al pubblico del nuovo grande magazzino del lusso di Duty Free Shop.

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