Fondi Sismabonus esclusi 20 Comuni Ance e ingegneri «Riclassificare»
«Riclassificare i 20 comuni veneziani esclusi dal Sismabonus e rivedere le mappe del rischio». Mentre si moltiplicano le assemblee condominiali per accedere agli sgravi fiscali previsti nel “decreto rilancio”, Ance Veneto chiede che siano rivisti i criteri delle zone sismiche dopo l’esclusione dalle detrazioni del 110 per cento, di venti comuni della provincia di Venezia. Stessa lunghezza d’onda per la Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto. Tra i comuni esclusi figurano: Campagna Lupia, Campolongo, Camponogara, Caorle, Cavarzere, Chioggia, Cona, Dolo, Eraclea Fiesso D’Artico, Fossò e Jesolo. E poi ancora Mira, Mirano, Pianiga, Spinea, Stra, Vigonovo e Cavallino Treporti. Escluso il Comune di Venezia con il suo centro storico. Il presidente di Ance Veneto, Paolo Ghiotti, accende i riflettori del sismabonus: «Perché una abitazione in zona 4 che magari richiede interventi urgenti non può ottenere la detrazione del 110% ed una in zona 3 ne accede con facilità trovandosi magari in una situazione migliore? La mappa delle zone a rischio sismico va rivista. Oggi non è garanzia di sicurezza in quanto rimangono esclusi dagli incentivi 20 Comuni. Ampie zone del territorio faticheranno ad adeguarsi in termini di sicurezza rimanendo a rischio. Il criterio delle zone va esteso perché il fenomeno degli effetti sismici è in continua e costante mutazione e movimento. La posta è in gioco è la sicurezza del territorio». Da qui l’appello alla Regione: «Apriamo un tavolo di confronto per trovare le soluzioni migliori».
A ritenere urgente un cambio di passo, è la Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto, che chiede di «riclassificare i 20 Comuni veneziani attualmente inseriti nella zona sismica 4 trasferendoli in zona 3, estendendo così il beneficio fiscale del sismabonus». Il presidente della Federazione, Pasqualino Boschetto, non ha dubbi: «Introdurre in questa legge regionale la nostra proposta centrerebbe ulteriormente l’obiettivo, dando una spinta importante al comparto edile molto danneggiato dall’emergenza coronavirus di questi mesi. Si garantirebbe l’accesso al sismabonus, superbonus 110% per gli interventi di risparmio energetico più impegnativi, cessione del credito per le ristrutturazioni al 50%, ecobonus al 65% e bonus facciate».
«È necessario provvedere a un livello di classificazione sismica coerente con i valori resi disponibili dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia rispetto alla classificazione esistente» la sollecitazione finale degli ingegneri. —
Marta Artico
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