Fondi neri. Scatta il sequestro per le azioni Mantovani di Baita
di Elena Livieri
PADOVA. La Guardia di finanza sta per sequestrare il 5% di azioni di proprietà di Piergiorgio Baita della Mantovani Costruzioni Spa. Dopo il sequestro dei conti correnti e degli appartamenti intestati all’ormai ex presidente del colosso delle costruzioni, i finanzieri hanno messo gli occhi sul patrimonio azionario dell’ingegnere sessantaquattrenne, in carcere da giovedì scorso a Belluno. Con lui, con l’accusa di frode fiscale, sono stati arrestati il responsabile amministrativo della Mantovani Nicolò Buson, la presidente di Adria Infrastrutture Claudia Minutillo e l’imprenditore di San Marino William Colombelli. Ieri, intanto, la Regione ha dato il via libera alla commissione di inchiesta che dovrà valutare le procedure seguite per i vari project financing. Baita, che ha rimesso nei giorni scorsi i suoi incarichi, detiene il 5% di quote della Mantovani, mentre il 95% è in capo a Serenissima Holding della famiglia Chiarotto. Il capitale sociale della società di costruzioni è di 50 milioni di euro, ma il volume di affari è di almeno 450 milioni. Le quote valgono nominalmente due milioni e mezzo, ma, almeno prima della bufera giudiziaria che si è scatenata, avevano nel mercato un valore dieci volte superiore, arrivando a venti milioni. I nuclei di polizia tributaria della guardia di finanza di Padova e Venezia hanno deciso di congelare questo “tesoretto” di Baita. Lo scopo è di garantire una fonte per l’eventuale risarcimento danni cui l’ingegnere potrebbe essere condannato qualora le accuse a suo carico venissero confermate in giudizio.
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