Fondi europei negati città costiere a secco i sindaci protestano

San Michele. Neanche un soldo per l’erosione dei litorali Codognotto chiama a raccolta i colleghi e lancia l’allarme
Di Gian Piero Del Gallo

SAN MICHELE. Partirà da Porto Tolle la protesta dei sindaci dell'intera costa veneta, dopo che un alto dirigente regionale Pietro Cecchinato, ha illustrato in una pubblica riunione la proposta del Veneto sulla destinazione dei Fondi ex Leader Europei, dalla quale risulterebbero escluse sia la pianura che l’intera costa veneta. Città costiere come Bibione, Caorle, Jesolo, Eraclea, Cavallino Tre Porti, Chioggia, Rosolina, Porto Tolle e Porto Viro, non meriterebbero considerazione né tanto meno la promozione per il turismo, e ancor meno la possibilità di intervenire sull'erosione che si sta mangiando l'intero arenile. Dei fondi europei negati all’area B, ne potranno invece godere le zone dell’area C e D, ovvero Polesine, Colli Euganei e montagna. La premonizione è stata espressa a giugno da Codognotto: «Dovremo presentare progetti strategici per l'intera costa, in modo che situazioni di disagio come l'erosione, siano motivo di considerazione in più nella prossima programmazione europea 2014-2020».

Per la costa rimarrebbero solo le briciole, le magre risorse legate al Gac, (gruppo azione costiera) ma solo per quanto concerne il settore pesca. Il sindaco di San Michele, Pasqualino Codognotto, quale coordinatore, ha già chiamato a raccolta non solo i colleghi sindaci della Costa Veneta, ma è sua intenzione ampliare il fronte coinvolgendo anche le associazioni operanti sul territorio: i due Gal trevigiani e veneziani, la terra berica, la pianura veronese e la bassa padovana, tutte realtà comprese nell’area B. Sarà un movimento che metterà la Regione davanti alle proprie responsabilità costringendola a rivedere buona parte di quanto affermato dal dirigente. «Sono cifre di assoluto rispetto», spiega Codognotto, «nell’ordine di decine di milioni di euro sui quali noi sindaci rivieraschi abbiamo il dovere di richiedere l’applicazione di strumenti per far sì che alcune risorse vengano destinate anche allo sviluppo della pianura e della costa». «Sarebbe assurdo», ammonisce il sindaco, «che dopo tutte le politiche da noi avviate in questi anni, volte sempre a unire l'entroterra alla costa, adesso sia la Regione a penalizzare proprio la pianura e la costa che sono i veri motori dell'economia del Veneto». Dall'incontro che i nove sindaci terranno a Porto Tolle nelle terza settimana di gennaio, cui si uniranno tutte le associazioni del comparto turistico, uscirà il primo autentico segnale di quale sarà il futuro della Costa dei Dogi, che con i suoi 26 milioni di presenze, è riuscita a creare un gruppo di sindaci che si scontrano quotidianamente con i problemi della gente.

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