Fondazione Venezia, si vende La sede potrebbe diventare hotel

Il Cda sta valutando un’offerta da 18 milioni per il palazzo Rio Novo. Proposta avanzata dal fondo Axa e dal finanziere Andrea Mevorach: 2.200 metri quadrati in posizione strategica, affidata una perizia
Di Alberto Vitucci

LIDO. Dalla cultura agli alberghi. La sede della Fondazione di Venezia, in calle Ragusei a due passi da piazzale Roma, è in vendita, e potrebbe diventare l’ennesimo hotel. È in stato avanzato la trattativa tra i vertici della Fondazione (il presidente Giampietro Brunello e il Cda) e il Fondo Axa, rappresentato dal finanziere veneziano Andrea Mevorach, che ha acquistato qualche anno fa dall’Enel l’attiguo edificio per trasformarlo in hotel. Diciotto milioni di euro l’offerta del fondo per comprare l’intero immobile, 2200 metri quadrati su quattro piani. Con studi professionali e al piano terra la sede della Fondazione e della sua società Polymnia. Una scelta che divide Cda e Consiglio. Dove molti criticano la svolta «immobiliarista della Fondazione».

L’ultimo Cda, venerdì scorso, ha rinviato la decisione. Dando incarico a due periti di valutare la congruità dell’offerta. Ma soldi a parte è la scelta di vendere che fa discutere. Proprio la Fondazione che per statuto (articolo 3) dovrebbe occuparsi della «promozione della società civile e del capitale umano, nella dimensione storica, sociale, economica e culturale di Venezia e delle sue proiezioni». È possibile che nel 2017 la dimensione culturale di Venezia sia rappresentata solo dal turismo. Ma le polemiche sono appena all’inizio.

Anche perché l’edificio che si chiama «palazzo Rio Novo» è un esempio abbastanza raro di architettura contemporanea opera dell’architetto Luigi Vietti. Dunque vincolato e difficilmente trasformabile nell’ennesimo hotel.

Più logico sarebbe stato, suggerisce qualcuno, trattare con l’Università che già ha nelle vicinanze la sede del Dipartimento di Studi Umanistici, la biblioteca e la mensa. Meglio una «Cittadella universitaria» di un nuovo dormitorio per turisti «a due passi da piazzale Roma». Mevorach, buon amico in passato di Giancarlo Galan ma anche dei sindaci di centrosinistra, ha già concluso numerose operazioni simili nei dintorni, compreso il nuovo hotel nell’ex sede Aci di piazzale Roma. Perché una scelta del genere? La Fondazione si trova indebitata con l’operazione dell’M9, il Museo del Novecento a Mestre con annessi negozi, uffici e servizi che costerà intorno ai 130 milioni di euro. E dunque ha bisogno di liquidi. Qualche mese fa la vendita della quota delle azioni Save (0,8 per cento) ricavandone 6,7 milioni di euro. Adesso è in vendita la sede di Rio Novo. Che doveva essere in un primo momento scambiata con l’ex sede della Tecnomare a Sant’Angelo. Ritenuta però «troppo piccola». Operazione che fa discutere, vista anche la natura pubblico-privata della Fondazione, nata nel 1992 dalla Fondazione Cassa di Risparmio, dove anche gli enti pubblici sono rappresentati in Consiglio e in Cda.

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