Il futuro del Fondaco dei Tedeschi, trattative in corso. Il Comune conferma: «Là mai un hotel»

Incontro in Regione in vista della chiusura al 30 aprile, la società di gestione Dekus: «In corso colloqui per individuare il nuovo interlocutore, ma serve riservatezza». Apertura della Sovrintendenza all’uso non esclusivamente commerciale: al vaglio l’uso degli spazi per esposizioni

Francesco Furlan
Il cortile centrale del Fondaco dei Tedeschi
Il cortile centrale del Fondaco dei Tedeschi

La proprietà ha avviato le interlocuzioni - il dialogo sarebbe aperto con almeno tre soggetti - ma con ogni probabilità ci vorrà ancora molto tempo per trovare un nuovo inquilino per il Fontego dei Tedeschi.

Il forte rischio è che lo stabile resti vuoto a lungo anche se tutti si augurano di non trovarsi di fronte a un nuovo caso ex Coin, il palazzo a due passi da Rialto rimasto vuoto per sette anni prima dell’arrivo, nella primavera dell’anno scorso, di Ovs.

Si è tenuta giovedì 27 marzo la riunione del tavolo regionale sul Fondaco cui hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni, i sindacati (Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil), Dfs Italia, Dekus che ha in capo la gestione dell’immobile per conto di Regia (Benetton) e Lvmh Italia. Il Fondaco chiuderà a fine aprile e il disallestimento si concluderà il 31 maggio. Dal giorno successivo inizierà il conto alla rovescia in attesa del nuovo gestore.

Tutti sanno che sarà difficile.

«Pur nel complesso momento di mercato, sono in corso da parte nostra diversi colloqui per individuare il possibile nuovo interlocutore che garantisca la continuità operativa del Fondaco dei Tedeschi», è il commento dell’architetto Mauro Montagner, ad di Dekus, «Sono trattative che hanno necessità di tempo e di grande riservatezza per poter essere finalizzate. L’unicità del Fondaco richiede da parte nostra grande attenzione nella selezione degli interlocutori e nella successiva gestione delle negoziazioni, anche valutando le possibili richieste e proposte di adattamento dell’immobile alle esigenze della realtà eventualmente subentrante, che nel caso necessiteranno di un confronto diretto con le istituzioni e gli enti competenti. Ci vorrà del tempo, ma garantiamo il nostro massimo impegno nell’individuare una soluzione che sia positiva per la comunità veneziana, oltre che per la proprietà».

Tra le ipotesi emerse al tavolo, di cui si valuterà la percorribilità, anche la possibilità che siano più soggetti commerciali a trovare casa nell’edificio.

Ragionando sul futuro dell’edificio la rappresentante della Soprintendenza, l’architetto Chiara Ferro, cercando di allontanare lo spettro di un edificio vuoto per anni, ha aperto all’ipotesi di un uso non esclusivamente commerciale, pensando ad esempio a spazi riservati alle esposizioni.

E l’assessore Simone Venturini, dopo aver lanciato un nuovo appello a Lvmh affinché ci ripensi - un appello caduto nel vuoto - ha ricordato che la destinazione d’uso del Fondaco dovrà restare commerciale, escludendo qualsiasi altra modifica, compresa quella alberghiera: «Non sarà mai un albergo. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo. È uno spazio centrale della città, siamo tutti impegnati per cercare una soluzione che arrivi al più presto».

Il timore che l’edificio resti sfitto a lungo è stata espressa anche dai rappresentanti dei lavoratori che hanno citato il caso dell’ex Coin. Per gli oltre duecento dipendenti, come da accordo tra le parti, si lavora per la ricollocazione in altre aziende del gruppo Lvmh ed è stata avviata un’attività che, tramite degli enti bilaterali, potrà facilitare il reinserimento in altre aziende del terziario e turistiche. Infine, è partita la progettazione per avviare i percorsi di politica attiva del lavoro messi a disposizione della Regione per orientare, formare e ricollocare i lavoratori.

Previste anche delle buonuscite.

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