Sit in dei lavoratori, porte chiuse al Fondaco dei Tedeschi

Per la terza volta magazzinieri di Dhl si sono ritrovati a Rialto, il punto vendita ha interdetto l’entrata fino a fine protesta

Isabel Barbiero
Il presidio dei lavoratori del magazzino Dhl che rifornisce il Fondaco
Il presidio dei lavoratori del magazzino Dhl che rifornisce il Fondaco

Terzo sit-in ieri, 5 gennaio, di fronte al Fondaco dei Tedeschi, da parte dei dipendenti del magazzino Dhl che rifornisce il centro commerciale di Rialto.

Anche questa volta le porte sono rimaste sbarrate di fronte alla protesta, con il negozio chiuso per quattro ore mentre i lavoratori all’interno si sono trovati senza clienti da servire, fra lo stupore dei turisti che volevano entrare proprio in pieno periodo di saldi invernali.

«Ad oggi non abbiamo avuto alcun confronto con Dfs» accusa Ruggero Sorci del sindacato Adl Cobas, «abbiamo chiesto di poter partecipare al tavolo di Confcommercio del 10 gennaio (che si terrà nella sede di Mestre con Dfs e Cisl, sindacato che rappresenta i lavoratori diretti), ma fino ad ora non abbiamo ricevuto nessuna risposta».

La protesta sindacale che va avanti da metà novembre, quando Dfs ha annunciato la chiusura del suo punto vendita prevista per metà 2025, con il conseguente licenziamento collettivo di tutti i 226 dipendenti diretti.

Oltre a questi, che stanno affrontando una trattative complicata, ci sono anche 113 dipendenti in appalto che saranno colpiti dalla chiusura del centro commerciale, e 17 lavoratori in subappalto a Quarto d’Altino. Secondo Adl Cobas il confronto è complicato.

Infatti, Dfs non ha avviato alcuna trattativa neppure con i lavoratori in appalto. E venerdì si terrà una riunione con i sindacati (Cgil, Cisl e Uil), alla quale i dipendenti di Quarto hanno fatto sapere che parteciperanno con una manifestazione, chiedendo di poter esporre le proprie istanze.

«Vogliamo un incontro, vogliamo che vengano riconosciuti i nostri diritti» affermano i lavoratori, per lo più bengalesi e indiani, che da nove anni sono impiegati esclusivamente per Dfs, fin dall’inizio della loro attività fino ad oggi. Intanto Adl Cobas promette che i magazzinieri torneranno a manifestare più volte, finché non verranno finalmente ascoltati.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia