Al Fondaco dei Tedeschi il sit-in dei magazzinieri. E l’emporio chiude gli accessi
A Venezia la protesta degli addetti alla logistica Dhl che lavorano esclusivamente per Dfs. Il deposito di Quarto dovrà cercare nuovi clienti da aprile. Occupazione e buonuscite a rischio, la richiesta: «Devono assumersi le loro responsabilità»
Serrande chiuse al Fondaco dei Tedeschi nella mattinata di venerdì 27 dicembre in occasione del presidio che si è tenuto davanti agli ingressi del grande emporio del lusso. La direzione del Fondaco ha deciso di chiudere gli ingressi durante la manifestazione sindacale.
La protesta è legata alla mancata volontà di gettare le basi per un dialogo tra Adl Cobas e i lavoratori del magazzino di Quarto d’Altino che opera per conto di Dfs da una parte, e dall’altra la società con sede a Hong Kong che a novembre ha annunciato l’interruzione della gestione del Fondaco.
I punti di scontro sono legati all’assenza di garanzie sul futuro occupazionale, all’incertezza sulle buonuscite per i “dipendenti indiretti” della multinazionale, vale a dire quelli che non hanno un contratto con l’azienda asiatica, ma che allo stesso tempo rappresentano un importante anello della catena produttiva del fondo, avendo garantito la logistica e la sicurezza delle merci.
È una situazione ha portato Adl Cobas imbastire trattative con le altre due parti coinvolte: Dhl, il vettore logistico e proprietario del deposito, chiamato a mettersi in moto per trovare nuovi clienti entro aprile, e Multi Facility Spa, la società che fornisce il personale.
«C’è un problema di applicazione della legislazione del lavoro» è la denuncia di Ruggero Sorci di Adl Cobas, «che viene applicata quando si tratta di pagare il meno possibile i dipendenti, ma che viene raggirata quando si tratta di assumersi la responsabilità di scelte del genere. Con questa presa di posizione Dfs non sta garantendo un lavoro stabile a centinaia di persone».
Molti dei dipendenti del magazzino sono extracomunitari. Un lavoro a tempo indeterminato per loro diventa essenziale tanto per l’agevolazione del rinnovo del permesso di soggiorno quanto per le pratiche di ricongiungimento familiare. «Bisogna che si riconosca che oggi dalla perdita del lavoro a tempo indeterminato deriva un disagio enorme» prosegue il sindacalista.
Il contratto d’affitto da 250mila euro a settimana di Dfs scadrà a settembre 2025, ma il Fondaco rimarrà aperto solo fino ad aprile, dopodiché prenderanno il via i lavori di disallestimento. Il contratto tra Dfs e Dhl terminerà invece il 31 dicembre 2025, ma a quest’ultimo non è stato comunicato ancora niente in merito a possibili soluzioni.
Intanto il magazzino, destinato al 90 percento ad uso privato da parte di Dfs, continua a svuotarsi e non si trovano altri clienti che possano mettere nelle condizioni ai diciassette dipendenti di avere una garanzia lavorativa dal secondo semestre del 2025. Quello che filtra tra lavoratori e sindacalisti è che non ci sia la volontà da parte di Dfs di stabilire un dialogo, come dimostrerebbe la chiusura del Fondaco per la durata della protesta. «Se i lavoratori rischiano il posto è giusto che oggi Dfs non faccia soldi e il posto rimanga chiuso» afferma Sorci.
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