Folla per l’addio a Bruno Filippini

Ieri la cerimonia nell’androne di Ca’ Farsetti. Cofferati si commuove, Cacciari manda un messaggio
Interpress/Mazzega Venezia, 29.09.2017.- Comune di Venezia, Funerali di Bruno Filippini.- Nella foto Sergio Cofferati, Renato Boraso e Luciano ,,,
Interpress/Mazzega Venezia, 29.09.2017.- Comune di Venezia, Funerali di Bruno Filippini.- Nella foto Sergio Cofferati, Renato Boraso e Luciano ,,,
«Bruno era una persona straordinaria. Gli volevo bene...» La voce ferma di Sergio Cofferati si blocca per la commozione. Qualche attimo di silenzio nell’androne di Ca’ Farsetti gremito di gente. Poi il leader della Cgil si riprende. E ricorda le «tante battaglie fatte insieme».


Tanta gente assiepata ieri mattina in municipio, per dare l’ultimo saluto a Bruno Filippini, 68 anni, storico sindacalista della Filcea, il sindacato dei chimici di Porto Marghera. Poi entrato in politica con il Pci, i Ds, consigliere comunale con la giunta di Massimo Cacciari, assessore della giunta Orsoni dopo aver aderito a Italia dei Valori. In sala c’è l’ex segretario del partito di Di Pietro, Massimo Donadi. Ma soprattutto tante bandiere rosse listate a lutto. I compagni della Cgil e del settore chimico, che avevano visto Bruno protagonista delle lotte negli anni Settanta e Ottanta, minacciato dalle Br.


Il popolo della sinistra, oggi diviso in mille rivoli, si ritrova insieme a celebrare una delle sue grandi figure. Anni di contestazione, quando le ragioni dell’ambiente cozzavano contro quelle del lavoro e della chimica. Polemiche anche dure. «Ma Bruno era un combattente», lo ricorda l’amico Luciano De Gaspari, anche lui un passato nel Pci e nel sindacato dei chimici. Ecco ex assessori e protagonisti della vita politica degli ultimi decenni. Cesare De Piccoli, Giorgio Tonini, Livio Marini, Sandro Simionato, Beppe Caccia, Ugo Bergamo.


Il figlio legge un messaggio inviato da Cacciari. «Bruno era in qualche misura anarchico, insofferente di ogni padrone ma ancor di più di ogni gregge», dice il filosofo. «Come mai ha saputo resistere tra noi un così forte senso di amicizia? Esso si fondava su qualcosa di più solido. Qualcosa che riguardava noi e gli altri, i compagni di mezzo secolo di lotte, discussioni, tentativi, fallimenti, speranze, progetti. Tutti quelli con cui nella vita siamo stati solidali, con i quali abbiamo cercato insieme di realizzare qualcosa che rappresentasse davvero una solida associazione di volontà libere. Senza una tale volontà di associarsi, la democrazia è vuota astrazione». «Se non esistono associazioni politiche libere al cui interno, non oltre, ma grazie alla discussione più franca e accanita, matura tra tutti coloro che vi partecipano il più forte senso di solidarietà, prevarranno sempre capi e capetti, i signori e i loro vassalli». Ancora: «la sovranità popolare è un’idea completamente astratta se non viene attuata attraverso poteri non statuali, non istituzionali. Il potere senza contro-poteri diviene per forza auto-referenziale, garante soltanto del proprio ricrearsi e alla fine impotente e irresponsabile».


Renato Boraso, assessore della giunta Brugnaro e presidente del Consiglio comunale all’epoca di Filippini, lo descrive così: «Ricordo le sue tante battaglie per una gestione trasparente della cosa pubblica, delle nostre aziende partecipate, del nostro patrimonio comunale nonché la sua tenace volontà per destinare più risorse possibili al settore della casa. Uomo orgoglioso, di grande passione civica, appassionato alla vita politica».


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