Flessibilità al Carrefour esposto dei Cobas all’Inps

L’associazione per i diritti dei lavoratori contesta l’accordo di solidarietà Nel mirino l’organizzazione dei turni e gli esuberi: «Precarietà diffusa»
Di Marta Artico
Marcon 12/04/01 centro commerciale Valecenter sciopero dipendenti supermercato Carrefour (C) Bertolin M. richiesto da Chiarin
Marcon 12/04/01 centro commerciale Valecenter sciopero dipendenti supermercato Carrefour (C) Bertolin M. richiesto da Chiarin

MARCON. Adl Cobas scrive all’Inps e all’Ispettorato del lavoro per denunciare la situazione dei lavoratori del Carrefour di Marcon. «La situazione», spiega Sergio Zulian, dell’Associazione per i diritti dei lavoratori, che vede almeno una ventina di iscritti all’interno dell'ipermercato che ha sede in via Mattei, «è andata peggiorando da aprile di quest’anno, prima cercando di far firmare anche ai contratti part-time l’accordo che prevedeva - per continuare a dare il premio ai lavoratori - un massimo di 24 domeniche annue più due legate alla “volontarietà” e non all’obbligatorietà. Il 32 per cento dei dipendenti non ha firmato e nonostante ciò l’accordo è stato egualmente sottoscritto. L’azienda ha mandato giù il boccone, ma ci sono state delle ritorsioni sui full time. Poi è stato firmato l’accordo di solidarietà: l'azienda non ha lasciato a casa i 50 esuberi, in cambio di una riduzione dell’orario di lavoro fino al 30 per cento. Dietro tutto ciò però, noi vediamo la volontà di usufruire dell’Inps, del lavoro ridotto, facendo lavorare le persone a chiamata. Di fatto si introduce un meccanismo di precarietà diffusa: i soldi del contratto di solidarietà non possono essere usati per diminuire il costo del lavoro dell’azienda, che poi si rivolge ad esterni. Non c’è programmazione di orari, di turni, siamo stati informati di procedure irregolari di modifica degli orari risultanti dalle timbrature marcatempo falsando le prestazioni svolte, eppure sono in formazione degli interinali. Si sopperisce al calo delle ore per alcuni aumentando il lavoro esternalizzato, specialmente nella logistica. Una volta gli esuberi erano 32, poi però una trentina di dipendenti se ne sono andati, infine ne sono ricomparsi, secondo l’azienda, altri cinquanta in esubero. Come è possibile? Il sentore è che attraverso il lavoro domenicale e la gestione dei contratti di solidarietà, si voglia di fatto una flessibilità totale del lavoro e una precarizzazione».

Così si legge nell’esposto indirizzato all’Ispettorato: «Le circostanze evidenziate violano le norme di applicazione dei contratti di solidarietà e sono finalizzate a scaricare sull’ammortizzatore sociale i costi dei lavoratori ad orario ridotto, mentre le loro mansioni sono svolte da ditte esterne. È stato chiesto ripetutamente che gli accordi sindacali siano approvati e condivisi dai lavoratori, con trasparenza ed informazione accurata: invece le “trattative” sono sempre più ristrette. Mettiamo in discussione l’utilizzo della cassa integrazione fatto negli ultimi anni e quindi l’effettiva entità degli esuberi, molti meno di quelli denunciati».

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