Fischietti e bandiere la rivolta pacifica di un’intera città

Arriva a sorpresa anche il vescovo Adriano Tessarollo Nessun simbolo politico, solo i drappi del comitato

CHIOGGIA. Fischietti, trombette, bandiere e slogan, tanti slogan, urlati a squarciagola, sotto un sole che spacca le pietre nonostante il calendario dica che siamo ancora in aprile. Alle 9 c’è già fermento, s’attaccano gli striscioni, sulle colonne della Loggia dei Bandi, sullo stendardo, su quel gruppo marmoreo spettatore anche di eventi tragici durante l’epilogo della guerra mondiale. Sulle vetrate dei negozi, che poi abbasseranno le serrande, vengono appiccicati i manifesti “Lasciateci Vivere” , la gente osserva, solidarizza con i manifestanti pur rimanendo seduta nei bar, come ogni mattina.

Arrivano i politici, l’amministrazione comunale, il sindaco con la fascia tricolore ma anche diversi eletti alla Camera e al Senato alle ultime elezioni. C’è il vice presidente del consiglio regionale, il dem Bruno Pigozzo, il segretario provinciale della Lega, Sergio Vallotto, la senatrice pentastellata Orietta Vanin tutta agghindata di collane in bella mostra. Ci sono Andrea Ferrazzi e Nicola Pellicani, sempre del Pd, anche loro neo eletti alle ultime politiche e c’è l’ex sindaco di Mira del M5S, Alvise Maniero. Una signora, di una certa età, osserva e chiede: “Chi è ’sto ragazzo? L’ex sindaco di Mira? A pare un bambin!”

Arrivano compatti gli studenti, due o trecento ragazzi, che salutano accendendo una torcia rossa, di quelle che si usano allo stadio come fumogeni. Tanta musica, sparata a palla, da una cassa trasportata a mano sopra un carretto improvvisato. Non ci sono bandiere politiche ma solamente drappi con il simbolo del comitato “No Gpl” . Ci sono però alcuni vessilli di San Marco, sventolati da un gruppo di leghisti che hanno suscitato qualche protesta. Le telecamere del TGR sono le prime ad arrivare e intervistano gli organizzatori, i rappresentanti delle associazioni di categoria, i politici e riprendono quel serpentone che si sta progressivamente ingrossando. Prima della partenza del corteo, la parola al presidente del comitato, Roberto Rossi, appena nominato clodiense dell’anno; al sindaco Ferro, a un rappresentante degli studenti e anche a Marco Piagentini, che con il suo corpo ustionato è il testimone diretto dell’incidente di Viareggio. Arriva anche gente da fuori Chioggia, dal Rivolta e poi ambientalisti, il gruppo “No Pedemontana”.

«Il deposito di Gpl non lo vogliamo è questo il nostro dialogo», in risposta al presidente della Socogas. “No alle gasiere, viva le peocere” e ancora “Il deposito di gpl non porterà lavoro ma riempirà i portafogli loro”. “Dovete andarvene, la città non vi vuole” e via andare. In piazza “Poliuto Penzo”, uno che di battaglie se ne intendeva, a sorpresa arriva pure il vescovo Adriano Tessarollo che percorre un pezzo di strada, fino alla “Marchetti”, al fianco del sindaco, quasi a dimostrare che ora la città è più unita che mai in questa difficile lotta. In laguna non ci sono i pescherecci, che non si possono muovere di sabato, ma a simboleggiare la gente del mare ci sono le canoe del Ckc e la barca della Pgs che saluta con il remo alzato la rivolta pacifica di una Chioggia indignata.

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