Firma falsa per acquisto azioni prosciugato conto corrente
«Hanno sottratto 30 mila euro dal conto del mio cliente falsificando la sua firma su un contratto e investendo in azioni e obbligazioni di Veneto Banca». A scoprire la vicenda l’avvocato Angelo Lorenzon legale di Barjam Bazaj, cittadino di origine albanese di quasi ottant’anni, papà di Krenar, barbaramente ucciso alcuni anni fa a Ceggia per fatti di droga. L’anziano aveva ricevuto nel dicembre 2015 una lettera della Veneto Banca, che lo invitata, perché “azionista”, all’Assemblea dei Soci del 19 dicembre. Così l’avvocato ha avviato una indagine e ha accertato con tanto di perizia la firma falsificata sul contratto del suo assistito. «Veneto Banca ha utilizzato», spiega l’avvocato, «all’insaputa del povero anziano, divenuto ordinario correntista dell’Istituto bancario nel 2013, i soldi del suo conto corrente, investendo in azioni ed obbligazioni Veneto Banca per una somma pari a circa 30.000 euro in totale, mettendo le firme al posto del cliente stesso, rimasto totalmente all’oscuro. Malgrado in questa professione in trenta anni di lavoro ne vedi di situazioni al limite», dice il legale, «io stesso sono rimasto stupito oltre che amareggiato quando mi sono trovato tra le mani le carte che ho richiesto alla Banca, che riguardavano il mio assistito. La firma sottoposta ai documenti di investimento era chiaramente una firma non appartenente al Bazaj, che firma sempre in stampatello ed in grande. È evidente quindi che agiremo nelle competenti sedi, civili e penali, per far dichiarare nullo il contratto di investimento in azioni mai richieste e con firme mai apposte».
Queste le amare considerazioni dell’avvocato Lorenzon: «La banca ha purtroppo approfittato della buona fede dei suoi clienti, i quali credevano alle parole degli operatori, di ottenere solo benefici dalle operazioni così come gli veniva promesso quando si recavano direttamente nella filiale di casa». (g.ca.)
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