Fiori per Maila Beccarello uccisa a pugni e calci dal marito

A Santa Maria di Sala l'addio alla moglie vittima di una furia bestiale durata troppo a lungo nel silenzio

SANTA MARIA DI SALA. Fiori, tanti, petali delicati a formare un tappeto. Fiori colorati. Belli. Romantici. Forse gli unici che Maila Beccarello ha ricevuto nei 37 anni della sua vita. Gli unici assieme alle botte, tante, che alla fine hanno chiuso per sempre i suoi occhi romantici. Che hanno spezzato il suo sogno di una vita di tenerezza e amore.

L'8 agosto le mani e i piedi del marito, Natalino Boscolo Zemello, l’uomo che aveva giurato di amarla e proteggerla, hanno chiuso quegli occhi per sempre dopo l'ultima, bestiale aggressione, all’interno della casa dove abitavano da anni. Per questo accanto ai fiori c'erano due file di scarpe rosse, il triste, tragico contrario, quello che dovrebbe essere il simbolo di una spensieratezza che è invece tragicamente diventato il simbolo del femminicidio.

Il Comune di Santa Maria di Sala e quello di Cavarzere hanno proclamato il lutto cittadino. E lutto è stato. Nel silenzio, nel raccoglimento, nel dolore per quella paura primordiale che troppe donne vivono. E per cui muoiono.

Bandiere a mezz'asta e fiori. Petali, lievi come un sogno d'amore. Tardivi. Troppo.

Alle 10.30 la chiesa della Natività di Santa Maria di Sala, il comune dove Maila, da bambina e da adolescente, aveva vissuto insieme alla sua famiglia, si è riempita in silenzio.

Tante lacrime quando Alice, la sorella di Maila, l'ha ricordata e soprattutto ha ricordato l'ultimo periodo."Eri un po' pazza e testarda. Sempre sorridente e buona con tutti. Così ti voglio ricordare. Seduta su una nuvola con papà. Spero tu possa brillare lassù. Perdonami se sono stata un po' dura con te nell'ultimo periodo ma era per farti capire che meritavi di più di quello che stavi vivendo"

Uccisa con una violenza allucinante
CAVARZERE FEMMINICIDIO IN VIA REGINA MARGHERITA 13

Un’infanzia difficile quella di Maila, segnata dalla prematura scomparsa del padre Marino, morto in seguito ad un incidente sul lavoro. Maila non aveva perso però la voglia di vivere, e la forza di guardare al futuro con ottimismo. Era rimasta a vivere con la mamma Marilena, la sorella Alice e il fratello Alessandro a Santa Maria di Sala. Fino ad una decina di anni fa, quando aveva deciso di trasferirsi. Tanti i lavori cambiati, per anni fa la parrucchiera, poi lavora in vari bar e locali. Trova casa a Cavarzere e si sposa con l'uomo che le aveva promesso amore e protezione, tenerezza e una vita, L'uomo che le ha dato la morte.

Santa Maria di Sala, il paese dove voleva tornare, si stringe oggi attorno alla sua famiglia, nel ricordo di una ragazza sorridente che amava parlare con tutti, la cui vita è stata spezzata da una violenza inaudita.


 

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