Finto ordigno alla Fincantieri «Una rivalità tra subappaltatori»
Non è stato uno scherzo di cattivo gusto la finta bomba rinvenuta venerdì pomeriggio all’interno della Carnival Horizon, la nave in costruzione alla Fincantieri di Marghera, che ha portato allo sgombero di quasi 2.000 operai per l’intervento degli artificieri. L’ipotesi della polizia, che indaga attraverso la Digos, è che alla base del ritrovamento ci sia una questione interna, riconducibile ai rapporti, non sempre facili, tra le aziende e le cooperative che lavorano in regime di subappalto. Il reato per cui si indaga è quello di procurato allarme.
«Stiamo facendo una serie di accertamenti e valutando determinati aspetti», ha spiegato ieri il questore Danilo Vito Gagliardi, «e riteniamo che sia un fatto interno, probabilmente rivalità di aziende sub-appaltanti, perché non abbiamo al momento altro tipo di motivazioni anche se l’attività è in corso». Non è stato uno scherzo quindi, e neppure una intimidazione. «Secondo me, in base alle prime informazioni», ha aggiunto il questore, «si voleva forse rallentare le attività perché non c’erano altri scopi. Stiamo lavorando in questo senso e speriamo di arrivare presto al bandolo della matassa».
Venerdì pomeriggio, verso le 15.30, l’allarme è scattato per un pacco rosso con una serie di cavi elettrici intorno di colore verde, blu e rosso, del tipo estensibili, usati ad esempio nei telefoni di casa.
Un pacco che, agli occhi dei primi operai che l’hanno visto, è parso subito un ordigno di fattura rudimentale. Come da protocollo quindi sono intervenuti gli artificieri che hanno ispezionato il pacco, scoprendo che non conteneva esplosivo.
Sul posto anche i vigili del fuoco e l’ambulanza del Suem, nel caso in cui ci fosse stato bisogno di soccorrere feriti. Mentre veniva chiesto l’intervento degli esperti in esplosivi, gli agenti della squadra volanti hanno provveduto a delimitare la zona del ponte dove si trovava il presunto ordigno dopo che, senza momenti di panico, era stata sgomberata la nave, facendo uscire e allontanando quasi 2.000 operai impegnati nella costruzione della Carnival, varata lo scorso marzo, e che ora si trova nella fase dell’allestimento. Gli artificieri, entrando in azione, hanno controllato la borsa utilizzando un dispositivo elettronico che dispone di un microchip con sensori in grado di rilevare particelle di esplosivo.
Ora si tratta di capire chi l’abbia messa e con quale obiettivo. Nell’ottobre del 2014 furono due roghi dolosi ai danni di tubi di plastica utilizzati per le lavorazioni di costruzione della nave da crociera Viking Star a rallentare il cantiere. Anche in quel caso, tra le ipotesi formulate dalla Digos della polizia, la diatriba legata alle commesse per i lavori.
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