Finti incidenti con i bus Actv. In 29 nei guai
SCORZE' . Tutta la filiera, secondo le indagini, sarebbe stata d’accordo nella truffa: dagli organizzatori degli incidenti ai figuranti che avrebbero dovuto sostenere di aver riportato conseguenze negli schianti, fino ai legali che avrebbero seguito le pratiche per i risarcimenti con le assicurazioni. La Procura di Milano ha chiuso le indagini a carico di 29 persone, molte delle quali residenti tra Scorzé e Mira. Sono accusate di aver violato l’articolo 642 del codice penale, ovvero il fraudolento danneggiamento dei beni assicurati, con varie aggravanti. Inizialmente era stata ipotizzata anche l’associazione per delinquere, ma la grave accusa è stata archiviata. Il procedimento, partito dall’indagine dei carabinieri di Mestre, è incardinato a Milano perché là ha sede l’ufficio liquidazione della Milano Assicurazioni spa, che copre i mezzi di Actv, la quale ha erogato i risarcimenti in seguito agli incidenti che, per gli inquirenti, sarebbero stati combinati.
Il primo schianto finito nel mirino delle indagini risale al 28 luglio 2012 in via della Libertà a Mestre. La Bmw condotta da uno degli indagati, quando il bus era arrivato alla fermata in corrispondenza del sovrappasso pedonale, aveva tamponato il mezzo pubblico. Alcuni dei passeggeri - tra cui una mamma con la figlia minore - che si trovavano a bordo dell’autobus, d’accordo tra loro e con gli organizzatori della presunta truffa, simulavano di aver avuto conseguenze fisiche per colpa del tamponamento. Nulla di grave, ma comunque qualche acciacco tipico degli incidenti, come ad esempio il colpo di frusta. A questo punto i passeggeri si rivolgevano a un legale mestrino, il quale secondo l’accusa dirottava i clienti ad un collega che si occupava delle pratiche per il risarcimento del danno da parte dell’assicurazione di Actv. I passeggeri erano indirizzati infine verso due centri medici. Gli indennizzi oscillavano tra i 1.500 e i 400 euro.
Copione del tutto analogo per l’incidente del 25 agosto 2012. Anche in questo caso a bordo dell’autobus, secondo il pm milanese, c’erano 14 passeggeri che erano d’accordo. All’imbocco del ponte della Libertà, uno degli indagati, al volante di una Fiat Punto, aveva obbligato il conducente dell’autobus a frenare bruscamente dopo essersi messo davanti al mezzo pubblico ed aver arrestato la marcia all’improvviso. Quei passeggeri a bordo che sapevano di dover impersonare il ruolo dei feriti, avevano simulato di cadere, procurandosi anche in questo caso ferite non gravi. Si rivolgevano poi all’avvocato che si muoveva per la liquidazione con la “Milano Assicurazioni spa”. L’incidente (finto) aveva fruttato rimborsi di una certa rilevanza: 6.100 euro a un passeggero, 5.300 euro a un altro, solo per citare i più consistenti. Oltre naturalmente alle parcelle del legale che aveva seguito le singole pratiche. Solo a due dei 29 indagati (oltre che a una terza persona per cui si procede separatamente) viene contestato un terzo finto incidente, il 17 luglio 2012 in via Seriola, tra Oriago e Malcontenta, senza il coinvolgimento di mezzi Actv, ma simulando lo scontro tra una Alfa Romeo e due bici. In questo caso, a liquidare i risarcimenti era stata la “Allianz spa”.
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