Finte trasferte casa-lavoro condannato ex vicesindaco leghista

La Corte dei Conti ha deciso un risarcimento di 35 mila euro a carico di Diego Cagnato, Lega Nord, a favore del Comune di Meolo e della Città metropolitana. Nel mirino i rimborsi 
F.GAVAGNIN candidato a sindaco della Lega Nord a Meolo DIEGO CAGNATO
F.GAVAGNIN candidato a sindaco della Lega Nord a Meolo DIEGO CAGNATO

MEOLO. Falsi rimborsi spese, nuova stangata per l’ex vicesindaco del Comune di Meolo e consigliere provinciale della Città Metropolitana,  Diego Cagnato, Lega Nord, 62 anni. Dopo la condanna a 9 mesi per truffa da parte della magistratura ordinaria, arriva ora quella dei giudici contabili. Con sentenza pubblicata ieri, la Corte dei Conti del Veneto ha stabilito a suo carico un risarcimento danni patrimoniale di oltre 35 mila euro e più precisamente: 21.110 euro a favore della Città Metropolitana e 14.446 euro al Comune di Meolo.

Truffa: richiesto il processo per Diego Cagnato (Lega Nord)


I fatti contestati si riferiscono al periodo compreso tra il novembre 2010 e il settembre 2012, quando l’allora amministratore avrebbe chiesto, e ottenuto dagli Enti in cui ricopriva gli incarichi istituzionali, i rimborsi relativi alle spese di viaggio. Spese riferite alle sue trasferte a bordo della Mercedes tra il Comune di residenza in provincia di Udine, Verzegnis, e quelli di Meolo e di Venezia.

Il punto è che quei trasferimenti sarebbero avvenuti in misura decisamente inferiore rispetto ai numeri indicati nei rimborsi spese. E questo perché Cagnato aveva un alloggio a Meolo, dove viveva la madre e dove era solito fermarsi durante la settimana. In sostanza l’ex vicesindaco non avrebbe fatto trasferte giornaliere come da lui sostenuto, ma si sarebbe spostato unicamente all’inizio e alla fine della settimana. Questa, perlomeno, la ricostruzione dei giudici dopo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza. Che ha controllato, oltre al telepass, i tabulati telefonici e le celle agganciate dai cellulari in uso all’ex amministratore.

La difesa ha sostenuto che Cagnato ha svolto i suoi incarichi con assiduità e impegno e che si fermava a casa della madre solo quando c’era maltempo. A dimostrare la veridicità di tale versione, hanno detto i legali, c’è il chilometraggio della vettura, che gli investigatori non hanno però rilevato. E poi ci sono i testimoni: la moglie, un dipendente comunale e una collega amministratore. La mancanza di scontrini autostradali? Spiegabile con l’abitudine a utilizzare strade secondarie, meno trafficate e per questo più veloci. La Procura contabile, con il pm Chiara Imposimato, ha ritenuto non credibile tale ricostruzione e ha rilevato - tra l’altro - come la tratta Verzegnis-Meolo andata e ritorno, sia percorribile in circa 5 ore: difficile pensare che Cagnato facesse quel tragitto ogni giorno pur essendo presente al lavoro fin dalla prima mattina e trattenendosi fino a tarda ora. Il collegio presieduto dal giudice Guido Carlino ha pertanto pronunciato sentenza di condanna.

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