Finotto ricorre al giudice del lavoro

ERACLEA. È tornato al lavoro, al comando della Polizia locale, Domenico Finotto, dopo aver espiato le sue presunte colpe. Ma l’ufficiale non lascia correre e in questi giorni ha presentato ricorso...
SAB BIAGIO 30/11/2006 COMANDANTE VIGILI URBANI DOMENICO FINOTTO - COMANDANTE VIGILI URBANI SAN BIAGIO
SAB BIAGIO 30/11/2006 COMANDANTE VIGILI URBANI DOMENICO FINOTTO - COMANDANTE VIGILI URBANI SAN BIAGIO

ERACLEA. È tornato al lavoro, al comando della Polizia locale, Domenico Finotto, dopo aver espiato le sue presunte colpe. Ma l’ufficiale non lascia correre e in questi giorni ha presentato ricorso al giudice del lavoro contro le sanzioni che lo hanno colpito sollevando accese polemiche nella cittadina. Si sono conclusi, dunque, gli effetti delle sanzioni, con la sospensione a più riprese dal posto di lavoro, per tutta una serie di segnalazioni e notifiche da parte del Comune che avevano rilevato delle irregolarità mai ben definite pubblicamente dal sindaco, Giorgio Talon, che non aveva voluto commentare.

I rapporti si erano sostanzialmente incrinati, il comandante era stato accusato di non aver partecipato a determinati lavori di giunta nonostante gli fosse stato richiesto. Poi era stata scrutata anche la sua sfera personale su social, in particolare con la scoperta di un “mi piace” al presidente della Regione Luca Zaia che aveva fatto discutere per le sue preferenze politiche, nonostante facesse appunto parte della sua vita privata e non del suo comportamento nel posto di lavoro. Finotto si è affidato al suo legale, l’avvocato Nadia De Franceschi. «Il comandante della Polizia locale del comune di Eraclea», conferma il legale, «ha notificato in questi giorni al comune ricorso di impugnazione delle sanzioni disciplinari irrogate. Sarà pertanto il giudice del lavoro a occuparsi della questione della legittimità dei provvedimenti contestati dal dipendente». Poche parole dell’avvocato, mentre il comandante non ha espresso alcun commento ed è ancora in silenzio stampa dai giorni in cui trapelarono dal palazzo le novità sulla sua sospensione.

Giovanni Cagnassi

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia