Finmeccanica si sfila da Superjet spa

Attesa e preoccupazione tra i lavoratori per l’incontro di martedì prossimo sul destino della joint-venture italo-russa
Di Gianni Favarato

di Gianni Favarato

Alla fine del 2010 l’allora premier italiano Silvio Berlusconi, il presidente e il premier russi, Medvedev e Putin, salirono a bordo del primo Superjet da 100 posti costruito in Siberia, suggellando l’alleanza avviata con la costituzione di una joint venture tra la russa Sukhoi e l’italiana Alenia (Finmeccanica). Quattro anni dopo, all’indomani della sua nomina al vertice di Finmeccnica spa - allora al centro di un’indagine per corruzione e conti in rosso di molte società controllate - Mauro Moretti esternò le sue prime perplessità durante un’audizione alla Camera dei deputati, nel dicembre 2014. A proposito della joint venture con la russa Sukhoi per commercializzare in Europa i Superjet da 100 posti costruiti in Siberia il neoamministratore delegato disse: «Con Superjet abbiamo perso 70 milioni e c’è da domandarsi come si possa impostare una società in cui il progetto ce l’hanno in Russia, dove costruiscono l’aereo, la parte pregiata e il motore, mentre noi a Venezia ci occupiamo della selleria. Questa non è una cosa da Finmeccanica!».

Moretti, dopo aver ristrutturato Finmeccanica, ribattezzandola con il nome di Leonardo e trasformando le società controllate in divisioni, non ha cambiato idea su Superjet.

In molti si aspettano che martedì prossimo a Roma - durante il previsto incontro tra i vertici di Finmeccanica-Leonardo e i sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl, Uil nazionali e veneziani - venga confermata la decisione di Moretti di sfilarsi dall’alleanza con i russi, uscendo completamente da Scac, la holding che controlla Superjet spa e mantenendo in quest’ultima una quota azionaria simbolica del 10 %.

Se ciò venisse confermato, per i 220 dipendenti, in gran parte impiegati amministrativi, della sede di Superjet si prospetta un futuro pieno di incertezze per la stabilità del loro posto di lavoro. I russi, infatti, hanno già una grande sede di Superjet International spa a Mosca, quella di Tessera era stata aperta cinque anni fa solo per accontentare la società di Finmeccanica (Alenia) che aveva la maggioranza di azioni nella joint-venture italo-russa. A Tessera è stata, infatti, predisposta una sede per le rifiniture degli interni (sedili, tappezzeria, ecc.) degli SSJ100 costruiti da Sukhoi in Siberia e la loro commercializzazione in Europa, Africa e nelle Americhe, oltre al servizio di “costumer care”. Il governo russo, dopo una massiccia ricapitalizzazione di Scac che aveva un pesante indebitamento, ha anticipato che se Finmeccanica confermerà il suo disimpegno da Superjet spa, la sede di Tessera con i suoi occupati, per ora impegnati a rifinire e consegnare l’ultimo SSJ100 ordinato dalla messicana Interjet e i primi velivoli per l’irlandese Cityjet presentati negli hangar di Tessera nel maggio scorso con una apposita cerimonia ufficiale, sarà a rischio. La speranza dei lavoratori veneziani è che invece la sede di Tessera di Supejet continui a operare malgrado il drastico ridimensionamento della quota azionaria di Finmeccanica. Ma in questo caso, l’ultima parola spetterà unicamente al socio maggioritario di Sukhoi-Scac che ha già una sede amministrativa e commerciale a Mosca in grado di coprire tutto il mercato mondiale.

Nella malaugurata ipotesi che i russi decidano di smobilitare in tutto o in parte la sede di Tessera, si aprirebbe un problema di lavoratori in esubero che le altre due divisioni di Finmeccanica presenti a Tessera sarebbero difficilmente in grado di assorbire.

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