Finmeccanica riduce al 10% la partecipazione in Superjet

Ieri il consiglio di amministrazione della società italo-russa ha approvato la cessione delle azioni Brugnaro: «La dismissione delle quote è una decisione scellerata per la politica industriale italiana»
Di Gianni Favarato

TESSERA. All’indomani del referendum costituzionale arrivava la resa dei conti tra Leonardo-Finmeccanica e i soci russi di Sukhoi-Scac nella joint-venture Superjet International spa che rifinisce gli interni, commercializza e garantisce costumer care, manutenzioni e addestramento dei piloti dei jet regionali SSJ100 negli hangar del Polo Aeronautico prossimi all’aeroporto Marco Polo.

Dopo l’interruzione del negoziato alla vigilia del referendum, ieri il consiglio di amministrazione di Superjet Internation - riunito in via del tutto riservata - ha dato il via libera all’accordo definitivo che riduce dal 51 al 10 % la sua quota nella joint-venture.

I soci russi - intenzionati comunque a ricapitalizzare la società con un eventuale nuovo socio - hanno anche pagato la prima rata di 15 milioni di euro a pagamento delle azioni cedute da Leonardo-Finmeccanica. Nessuna comunicazione ufficiale è stata resa nota al riguardo, con la giustificazione che Leonardo-Finmeccanica (società di cui lo Stato italiano è ancora l’azionista di riferimento) è quotata in Borsa e non può subire nuovi scossoni dopo le perdite di valore del titolo seguita all’uscita di scena dei vertici della società e delle controllate, coinvolti in un giro di tangenti e corruzione venuto allo scoperto con l’inchiesta della magistratura, tra i quali figura anche l’ex presidente e amministratore delegato Giuseppe Orsi a cui è poi succeduto Mauro Moretti che ha trasformato la miriade di società controllate in divisioni che fanno tutte capo a Leonardo-Finmeccanica.

Già lo scorso 17 novembre - vigilia del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso - si era quasi arrivati al “closing” della cessione di gran parte delle azioni di Superjet detenute da Leonardo-Finmeccanica; ma l’intervento di diretto di Renzi aveva indotto Finmeccanica a interrompere il negoziato con i soci russi per poi riaprilo per ratificare negli organismi statutari, il drastico ridimensionamento della quota azionaria italiana. A nulla sono valse, dunque le prese di posizione del comune di Venezia e della Regione Veneto che a Ca’ Farsetti avevano organizzato il 16 novembre una conferenza stampa per ribadire, insieme ai sindacati dei lavoratori, la loro contrarietà al disimpegno da Superjet e le preoccupazioni per il resto del Polo Aeronautico di Tessera, dove esiste anche la divisione aerei (ex Alenia) che sta già utilizzando la cassa integrazione e due linee di montaggio degli elicotteri NH-90 dell’ex Agusta con lavoro garantito, al momento, solo fino alla fine dell’anno prossimo.

In totale gli occupati diretti nel Polo Aeronautico sono circa 700, dei quali 220 alla dipendenze di Superjet International spa. I sindacati dei metalmeccanici di Cgil e Cisl e la Rsu aziendale intanto premono per una comunicazione ufficiale dell’operazione di disimpegno da Superjet.

«Ribadisco che la dismissione delle quote di Leonardo-Finmeccanica in Superjet è una decisione scellerata per la politica industriale italiana», commenta il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. «Al tempo stesso confido nella permanente attenzione al progetto comune Superjet 100 da parte della Federazione Russa e del suo presidente Vladimir Putin, come confermatomi in più occasioni. Tessera potrà così rimanere un importante polo aeronautico, con un alto livello industriale e professionale, frutto della cooperazione internazionale». «Confermo», conclude Brugnaro, «la disponibilità dell’intera Città di Venezia per la promozione e il sostegno al progetto, che passa attraverso un valido piano industriale e la salvaguardia dei posti di lavoro».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia