Finisce nella scarpata e muore sul colpo

CAMPONOGARA. Sbanda, finisce fuori strada, centra un cartellone stradale, poi un platano e si rovescia con l’auto sulla scarpata, morendo sul colpo.
È successo mercoledì alle 23.30 ad Antonio Canato di 54 anni residente a Camponogara in via Vespucci al civico 24/3. L’uomo era alla guida della sua una Volkswagen Polo e nella tarda serata di mercoledì stava percorrendo la strada provinciale 14, quando, forse a causa del fondo stradale reso viscido dalla pioggia appena caduta e della velocità sostenuta, ha perso il controllo della vettura ed è finito fuori strada. La Polo è sbandata finendo prima contro un cartello stradale e poi contro un platano a lato strada, dopodiché è carambolata all’esterno della carreggiata, giù per la scarpata.
In quel tratto, infatti, la provinciale si trova in posizione sopraelevata rispetto al terreno e alle abitazioni circostanti. La strada è conosciuta da tutti come “strada alta” perché costruita sul vecchio argine del Brenta. Subito sono scattati i soccorsi sul posto, allertati dagli automobilisti in transito. Si sono precipitate così sul luogo dell’incidente l’ambulanza dall’ospedale di Dolo, i vigili del fuoco da Mira e i carabinieri della Compagnia di Chioggia. I soccorsi sono stati rallentati dalla presenza del cane della vittima che è uscito dall’auto e ha iniziato a ringhiare contro il personale intervenuto tanto che è stato necessario chiamare l’accalappiacani. I pompieri hanno lavorato un’ora per estrarre il conducente dall’auto dove era incastrato. I medici però non hanno potuto che constatarne la morte. L’auto è stata posta sotto sequestro dalla magistratura e si trova alla carrozzeria Fortin.
Dopo l’incidente non sono mancate da parte dei residenti le polemiche sulla pericolosità della strada priva di guardrail e delimitata da tanti platani. «È da anni», protestano i residenti, «che chiediamo più sicurezza e degli interventi specifici, ma nessuno ci ascolta». Antonio Canato era molto conosciuto a Calcroci di Camponogara di cui era originario e nella frazione di Prozzolo in cui viveva. Ora lavorava come agente di commercio in una azienda che vende bibite sul territorio di proprietà del fratello Romeo.
A ricordarlo è il figlio Enrico. «Mio padre», dice il figlio affranto, «era una persona allegra e di compagnia e aveva trovato la sua strada come agente di commercio in una azienda di famiglia. Aveva chiuso da oltre un decennio i suoi conti con la giustizia, ed era un buon papà e buon nonno». Antonio Canato negli anni scorsi era salito alla ribalta delle cronache per sua affiliazione ad una banda che assaltava i bancomat. Adesso però la sua vita era completamente cambiata. I funerali di Antonio Canato si terranno domani alle 10,30 nella chiesa di Calcroci di Camponogara.
Il 54enne lascia la mamma novantenne, il figlio Enrico con Marika, la nipotina Noemi i fratelli e le cognate.
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