Finisce nella scarpata e muore sul colpo

Camponogara. Nulla da fare per Antonio Canato, 54 anni, che guidava una Polo. Soccorsi rallentati dalla presenza del cane
Di Alessandro Abbadir

CAMPONOGARA. Sbanda, finisce fuori strada, centra un cartellone stradale, poi un platano e si rovescia con l’auto sulla scarpata, morendo sul colpo.

È successo mercoledì alle 23.30 ad Antonio Canato di 54 anni residente a Camponogara in via Vespucci al civico 24/3. L’uomo era alla guida della sua una Volkswagen Polo e nella tarda serata di mercoledì stava percorrendo la strada provinciale 14, quando, forse a causa del fondo stradale reso viscido dalla pioggia appena caduta e della velocità sostenuta, ha perso il controllo della vettura ed è finito fuori strada. La Polo è sbandata finendo prima contro un cartello stradale e poi contro un platano a lato strada, dopodiché è carambolata all’esterno della carreggiata, giù per la scarpata.

In quel tratto, infatti, la provinciale si trova in posizione sopraelevata rispetto al terreno e alle abitazioni circostanti. La strada è conosciuta da tutti come “strada alta” perché costruita sul vecchio argine del Brenta. Subito sono scattati i soccorsi sul posto, allertati dagli automobilisti in transito. Si sono precipitate così sul luogo dell’incidente l’ambulanza dall’ospedale di Dolo, i vigili del fuoco da Mira e i carabinieri della Compagnia di Chioggia. I soccorsi sono stati rallentati dalla presenza del cane della vittima che è uscito dall’auto e ha iniziato a ringhiare contro il personale intervenuto tanto che è stato necessario chiamare l’accalappiacani. I pompieri hanno lavorato un’ora per estrarre il conducente dall’auto dove era incastrato. I medici però non hanno potuto che constatarne la morte. L’auto è stata posta sotto sequestro dalla magistratura e si trova alla carrozzeria Fortin.

Dopo l’incidente non sono mancate da parte dei residenti le polemiche sulla pericolosità della strada priva di guardrail e delimitata da tanti platani. «È da anni», protestano i residenti, «che chiediamo più sicurezza e degli interventi specifici, ma nessuno ci ascolta». Antonio Canato era molto conosciuto a Calcroci di Camponogara di cui era originario e nella frazione di Prozzolo in cui viveva. Ora lavorava come agente di commercio in una azienda che vende bibite sul territorio di proprietà del fratello Romeo.

A ricordarlo è il figlio Enrico. «Mio padre», dice il figlio affranto, «era una persona allegra e di compagnia e aveva trovato la sua strada come agente di commercio in una azienda di famiglia. Aveva chiuso da oltre un decennio i suoi conti con la giustizia, ed era un buon papà e buon nonno». Antonio Canato negli anni scorsi era salito alla ribalta delle cronache per sua affiliazione ad una banda che assaltava i bancomat. Adesso però la sua vita era completamente cambiata. I funerali di Antonio Canato si terranno domani alle 10,30 nella chiesa di Calcroci di Camponogara.

Il 54enne lascia la mamma novantenne, il figlio Enrico con Marika, la nipotina Noemi i fratelli e le cognate.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia