«Finiremo tutti sotto un ponte?»
VENEZIA. C’è aria di disperazione fra gli operai della Zeolite che ieri hanno manifestato in campo San Tomà a Venezia per la difesa del loro posto di lavoro. L’età media dei 40 dipendenti è 45-50 anni e una ricollocazione sul mercato del lavoro per molti è impossibile. «Sono 33 anni che lavoro in Zeolite», spiega Giuliano Burin, «risiedo a Mira da quando l’azienda è nata. Ho un figlio e una moglie a carico e per arrivare alla pensione mi ci vogliono ancora parecchi anni. Tutto è filato liscio fino a che Zeolite ha prodotto per la Reckitt Benckiser. Poi ad un certo punto la multinazionale ha deciso di rifornirsi di Zeolite all’estero dove i costi di produzione in paesi dell’Est Europa sono nettamente inferiori che in Italia. Sono nati scontri sull’utilizzo dei servizi in comune, in particolar modo sull’uso dell’acqua, ed ecco il risultato finale. Ora siamo a casa senza alcuna speranza. Sono pronto a portare anche la famiglia sopra il tetto della fabbrica per protestare». La pensa così Paolo Coin, 30 anni, dipendente di Zeolite: «Anch’ io ho moglie e un figlio a carico. Abito a Dolo. Parlano di mobilità senza cassaintegrazione . Dove andremo a finire? Sotto un ponte? Qualcuno ci aiuti» .
Le cose vanno male anche per gli impiegati, fa sapere Giampaolo Maran: «Io lavoro in Zeolite come impiegato da 15 anni. Abito a Mira Le cose sembravano andare per il meglio. L’azienda a dire il vero ha ancora mercato. Ora vogliamo capire se c’è la possibilità di ripartire o se la fabbrica chiude. Speriamo che le istituzioni ci ascoltino e trovino una soluzione». Lucio Trevisanato e Antonio Pacher hanno soprattutto il problema dell’età: «Per andare in pensione con la nuova legge Fornero ci mancano sette anni come minimo. Due possiamo recuperarli come contribuzioni da mobilità e sperando in un anno di cassa integrazione straordinario se ci verrà concesso, ma gli altri cinque dove li recuperiamo? Chi ci assumerà a 60 anni?».(a.ab.)
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