Fincantieri, rotte le trattative per il contratto integrativo
MARGHERA. Il portafoglio degli ordini di lavoro per la costruzione di navi da crociera, militari, specializzate e da diporto negli otto cantieri italiani è al completo fino al 2020, per un valore di oltre 15 miliardi di euro. Eppure, malgrado il vento in poppa, le trattative per il rinnovo del contratto integrativo aziendale di Fincantieri sono state interrotte e i sindacati si preparano a consultare i lavoratori e a indire probabili nuovi scioperi. «Il 28 aprile, dopo quasi 30 ore di confronto, l’azienda ha presentato un nuovo testo conclusivo senza possibilità di modifiche», spiega Michele Zanocco, segretario nazionale della Fim-Cisl. «Il confronto partiva da un testo aziendale rispetto al quale avevamo riscontrato numerosi temi che necessitavano di interventi correttivi e modifiche, tra questi: la parte industriale e le prospettive produttive ed occupazionali, il premio di risultato, relazioni sindacali partecipative, struttura retributiva, la flessibilità, le trasferte e il welfare». La Fim ritiene, quindi, un «grave errore da parte di Fincantieri l’aver improvvisato l’ultimatum e l’aver interrotto nuovamente il confronto dopo aver tolto ai lavoratori 3.500 euro di salario e non essere disponibile realmente a costruire un contratto di secondo livello».
Per Antonio Speranza, segretario della Fiom veneziana «il testo prendere o lasciare presentato da Fincantieri il 28 aprile non ha apportato modifiche sostanziali all'impianto presentato nelle bozze precedenti sugli aumenti salariali che non ci sono e dal nuovo premio di risultato, trasformato da certo in variabile, legato a valutazioni individuali e agli indici di redditività. È chiaro che Fincantieri vuole mano libera sugli orari di lavoro, introdurre controlli a distanza, ridurre le agibilità sindacali, limitare il diritto di sciopero, cancellare importanti condizioni di miglior favore sulle trasferte e limitare le possibilità di controllo sugli appalti. Per questo il nostro coordinamento nazionale ha deciso di proporre a Fim e Uilm di informare al meglio tutte le lavoratrici e i lavoratori sui contenuti della proposta avanzata dall'azienda, per dar loro modo di esprimersi e prendere le decisioni necessarie».
«Il 28 aprile si è persa un’importante occasione per ricercare una condivisione quanto mai necessaria per poter riconoscere ai lavoratori di Fincantieri i giusti ritorni economici e normativi che purtroppo sono cessati da aprile 2015», aggiunge Diego Panisson, segretario della Uilm veneziano. «Per questa ragione e proprio per evitare di perseverare su una forte criticità, riteniamo auspicabile che Fincantieri possa mantenere fede a quanto proposto sui testi negli ultimi due giorni di trattativa, fermo restando che come Uilm perseguiremo tutte le strade possibili per ricercare un'intesa condivisa sull'integrativo aziendale. Il tempo è scaduto: ai lavoratori di Marghera si deve dare un integrativo dignitoso».
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