Fincantieri paga il premio ma alla Fiom non basta
MARGHERA. Pericolo scampato per i dipendenti di Fincantieri che – malgrado il pieno di commesse di nuova navi da crociera da costruire che supera complessivamente i 20 milioni di euro di valore – temevano di non intascare il “Premio di efficienza” che ammonta dai 1. 200 e i 3. 000 euro, a seconda della qualifica.
Il premio sarà pagato il mese prossimo anche a Porto Marghera, dove fino a due settimane fa i lavoratori e sindacati dei metalmeccanici, davanti alla prospettiva del mancato raggiungimento dei parametri di efficienza lavorativa previsti per l’ottenimento del premio, erano pronti a entrare in lotta, ribaltando le responsabilità sull’azienda e sulla sua organizzazione del lavoro. Per il coordinamento dei delegati sindacali della Fincantieri iscritti alla Fiom-Cgil «la buona situazione aziendale» e la corresponsione del premio che sono «frutto anche e soprattutto dei sacrifici e della professionalità dei lavoratori, è una buona notizia» ma allo stesso tempo sottolinea che «questo però non deve far dimenticare le molte problematiche oggi esistenti e, visto quanto annunciato dall’azienda in riferimento ad una ulteriore riorganizzazione che porterà altro lavoro fuori da Fincantieri, in nome di un’efficienza tutta da dimostrare e che però pesa tutta sulle condizioni di lavoro e i trattamenti economici dei lavoratori diretti e degli appalti».
Per la Fiom «è sbagliato continuare ad esternalizzare attività, si dovrebbe invece riportare dentro lavoro di qualità e quelle professionalità e competenze perse, a causa delle scelte sbagliate fatte in passato». Per la Fiom-Cgil e per il Coordinamento dei suoi delegati negli otto siti produttivi nazionali in cui è presente Fincantieri «è, invece, necessario investire di più e meglio sui cantieri italiani, che soffrono di una carenza strutturale di impianti e macchinari all’altezza delle sfide che l’azienda e il mercato richiedono».
A questo proposito la Fiom ha consegnato all’azienda un documento in cui indica gli investimenti necessari in tutti i siti, a cominciare da quello di Porto Marghera dove «l’aumento del tonnellaggio delle navi, la costruzione e l’allestimento di blocchi sempre più grandi a terra è il vero fattore competitivo nel settore, impossibile da realizzare oggi nelle condizioni attuali». Per questo la Fiom chiede un investimento «più consistente e strategico» di quello prospettato al bando di Invitalia per “l’area di crisi complessa” che Fincantieri di appresterebbe ad annunciare.
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