«Fincantieri investire nello sviluppo per ridurre il cuneo»
MARGHERA. «Per risolvere le grandi crisi industriali del nostro Paese, come quella di Fincantieri e di Electrolux, non basta ridurre il cuneo fiscale a tutte le imprese: bisogna ridurlo solo a chi vuole investire nello sviluppo, rinunciando ai licenziamenti». Il segretario generale della Fiom Maurizio Landini, ieri in Fincantieri, ha preso parte all’assemblea dei metalmeccanici Cgil, preparatoria dei congressi provinciali che procederanno quello nazionale che si terrà ad aprile, a Rimini.
Che suggerimenti si sentirebbe di dare a Matteo Renzi, presidente del consiglio in pectore, per affrontare la crisi?
«Non è il nostro compito dare suggerimenti a chi sta per formare un governo. Rimane il fatto che la Fiom ha fatto le sue proposte che sono state comunicate a tutte le forze politiche, compreso il Pd. La prima indicazione, è stata quella della riduzione selettiva del cuneo fiscale e dell’applicazione dei contratti di solidarietà a quelle imprese che intendano impegnarsi nello sviluppo e mantenimento dell’occupazione. Quest’ultima potrebbe essere una soluzione adatta per risolvere il caso di Electrolux. Ma per battere la crisi è necessario che il nuovo governo si impegni concretamente. Sinora gli esecutivi di Berlusconi, Monti e Letta non hanno dato segnali positivi su questo fronte».
Cosa ne pensa delle modalità che stanno portando al governo Renzi?
«Credo che sarebbe stato opportuno che dopo la caduta del governo Letta, il Parlamento cambiasse questa legge elettorale che è stata parzialmente bocciata dalla Corte costituzionale, per poi andare a elezioni dando al popolo la possibilità di scegliere. L’avevo detto quando c’è stata la crisi del governo Berlusconi. Penso che elezioni gioverebbero allo stesso Renzi che dice di voler cambiare l’Italia.
I rapporti tra Fiom e Cgil sono difficili per la diversa visione sulla rappresentanza sindacale in fabbrica.
«Sabato il nostro comitato centrale preparerà un documento che sarà presentato alla direzione nazionale della Cgil. Chiederemo che sia ritirata la firma dall’accordo sulla rappresentanza sindacale e che sulla questione possano votare solo i lavoratori interessati».
Michele Bugliari
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