«Fincantieri investa nei cantieri italiani»

Accordo con Stx: per Fim, Fiom e Uilm l’intesa italo-francese è positiva ma si temono ricadute negative sui carichi di lavoro
L’accordo siglato tre giorni fa tra Fincantieri e la francese Stx, che prefigura la nascita di un nuovo ”colosso mondiale” della cantieristica navale, è stato accolto positivamente dai sindacati dei lavoratori che, però, non nascondono il timore di «ricadute negative dei carichi di lavoro nei cantieri italiani» e aspettando di capire meglio tutti i contenuti dell’intesa italo-francese, benedetta dai rispettivi Governi.


«Avere un gruppo cantieristico più grande di quanto oggi è Fincantieri è positivo perchè ci mette in grado di affrontare meglio la competitività globale» dice Antonio Silvestri, segretario generale dalla Fiom-Cgil veneziana «Ora però bisogna capire quali saranno le conseguenze per i cantieri italiani, a cominciare da quelli veneziani e quelli vicini di Monfalcone che insieme dispongono dello stesso spazio dei cantieri di Stx di Saint Nazaire che dispongono di un bacino lungo 1 chilometro dove si possono mettere in costruzioni più navi contemporaneamente. Solo massicci investimenti nei cantieri italiani e un contributo forte delle istituzioni nella realizzazione di nuove infrastrutture e la modernizzazione dei bacini, potranno consentire alla parte italiana di giocare bene la sfida della competitività».


Anche Diego Panisson, segretario generale della Uilm veneziana, dice che l’accordo Fincantieri-Stx «è positivo perché permette di costituire un grande polo europeo e mondiale della cantieristica navale» ma non nasconde più di qualche preoccupazione per «le possibili ricadute svantaggiose sui cantieri italiani che hanno bisogno di interventi strutturali per allargare le banchine di lavorazione e magari anche il bacino d i carenaggio».


«Per questo» sottolinea il segretario della Uilm «chiederemo a Fincantieri di investire anche nei cantieri italiani per renderli più efficienti, in primo luogo da quelli veneziani che, a fronte di un ordine di navi consistente da costruire e con quasi cinquemila lavoratori tra diretti e indiretti occupati, dispongono di spazi limitati dove si lavora senza adeguati servizi di toilette, spogliatoi e spazi mensa e refezione dignitosi anche per i tantissimi dipendenti delle imprese d’appalto». La stessa Fincantieri cerca da anni di allargarsi ulteriormente a Porto Marghera, l’area a ridosso del navale Nord e del Paco Vega è piccola a fronte del grande numero di lavoratori e di ben due o tre navi in lavorazione contemporaneamente.


«Salutiamo con favore e soddisfazione la conclusione dell’intesa che consentirà a Fincantieri di esprimere le sue forze commerciali e produttive e fare massa critica con la Stx francese per imporsi sul mercato con una più solida capacità progettuale e costruttiva» commenta a sua volta Michele Zanocco, segretario nazionale della Fim-Cisl e già segretario della Fim veneta «I cantieri di Stx in Francia sono molto più grandi dei nostri, compresi quelli di Venezia e Monfalcone che costruiscono già grandi navi da crociera ma fanno i conti con spazi limitati e devono recuperare efficienza. Non c’è dubbio che, per esempio a Venezia, le dimensioni del bacino a Porto Marghera sono un problema strutturale che va risolto per garantire più capacità produttiva ed efficienza. Si dovrebbe anche pensare alla copertura dei cantiere, come succede in Germania, per garantire la prosecuzione del lavoro anche in caso di maltempo».


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