Fincantieri, al giro di boa del 2016 torna l’utile ed è record di ordini

Nel primo semestre un attivo di 5 milioni a fronte dei 19 di passivo dell’anno scorso. Il portafoglio ordini di 103 nuove navi da costruire vale oltre 21 miliardi. Abbattuti del 45% i compensi ai dirigenti
Di Gianni Favarato

Al “giro di boa” del primo semestre del 2016, il gruppo Fincantieri torna in utile di 5 milioni di euro, a fronte del rosso di 19 milioni con cui ha chiuso il 2015. Il portafoglio ordini di oltre cento nuove navi da costruire a Porto Marghera e negli altri cantieri italiani ed esteri (21 stabilimenti in 4 continenti) ha raggiunto il record storico di 21,8 miliardi, pari a circa 5,2 anni di lavoro se rapportato ai ricavi del 2015.

In miglioramento la quotazione in Borsa che si sta riprendendo (+12,3% nell’ultimo mese) dopo la caduta del 49% nell’ultimo anno.

Il numero complessivo degli occupati del gruppo Fincantieri spa - con sede a Trieste e azionista di maggioranza al 70 per cento il ministero del Tesoro - è passato dalle 20.019 unità del 31 dicembre 2015 (di cui 7.771 in Italia) a 18.825 unità al 30 giugno di quest’anno.

Una riduzione causata dalla grave crisi dei cantieri brasiliani della controllata Vard, in particolare nel sito di Niterói-Rio de Janeiro. Un comunicato del gruppo Fincantieri chiarisce che «la controllata Vard ha visto sfumare, a giugno, la vendita di una nave offshore, la cui costruzione era in fase di avanzamento, per la crisi del committente, la compagnia norvegese Rem Offshore Asa. La controllata brasiliana di Fincantieri ha accettato la proposta di risoluzione del contratto in cambio del 4% delle azioni di Rem offshore Asa». In compenso, il 4 luglio scorso Fincantieri ha firmato un accordo con China State Shipbuilding Corporation, il maggiore conglomerato cantieristico della Cina, per la costituzione di una joint venture finalizzata allo sviluppo e alla crescita della più che promettente industria crocieristica cinese. Fincantieri resta così leader mondiale nella costruzione di navi da crociera e operatore di riferimento in altri settori, dalle navi militari ai cruise-ferry. Il bilancio semestrale dà anche conto di una riduzione del 45% dei compensi elargiti ad amministratori, sindaci revisori e dirigenti “strategici” di Fincantieri, passati dai 3,8 milioni di euro dell’anno scorso a poco più di 2 milioni nel 2016. «Negli ultimi anni abbiamo gestito la più lunga crisi della cantieristica per navi da crociera», ha commentato l’amministratore delegato, Giuseppe Bono, «con un’attenta ristrutturazione che, pur avendo inciso sul personale, ha conservato il know how ingegneristico e produttivo dell’intero gruppo». «La nostra strategia si è rivelata vincente», ha aggiunto Bono, confermato alla carica per altri due anni, «e ci ha permesso di cogliere le enormi opportunità del settore crociere, la cui domanda è ripartita, tumultuosa, nel 2015, nonché di raggiungere accordi fondamentali come quello recentemente annunciato con il ministero della Difesa del Qatar. Ciò ha consentito a Fincantieri di raggiungere la leadership mondiale anche nel settore della cantieristica militare, oltre a quelli delle crociere e offshore, con un carico di lavoro senza precedenti e ottimi risultati economici che ci consentono di confermare gli obiettivi del Piano Industriale, in termini di sviluppo dei ricavi, aumento della redditività, generazione di cassa e remunerazione degli azionisti».

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