Fincantieri, accordo vicino sui nuovi orari di lavoro

Continua oggi in Confindustria la trattativa con i metalmeccanici di Cgil-Cisl-Uil dopo settimane di tensione con scioperi e presidi davanti alla portineria
Di Gianni Favarato

MARGHERA. Riprende oggi alle 10 la trattativa fiume, interrotta, ieri sera dopo le 21, nella sede di Confindustria veneziana al Parco Vega tra la direzione di Fincantieri, i metalmeccanici di Cgil, Cisl, Uil e la rappresentanza sindacale unitaria aziendale (Rsu) per arrivare ad un accordo sulla nuova organizzazione dell’orario settimanale di lavoro. Una trattativa nella quale sia l’azienda che i sindacati dei lavoratori hanno ribadito la necessità di arrivare ad un accordo condiviso, come è già stato fatto in tanti altri stabilimenti di Fincantieri (Genova e Ancona) e si sta per fare anche a Monfalcone dove si è cominciato a trattare proprio in questi giorni. Il nodo del contendere è la richiesta di Fincantieri di rimodulare l’orario settimanale di lavoro su sei giorni invece dei cinque previsti fino ad oggi, con il sabato lavorativo comandato; tutto ciò - secondo l’azienda - per star dietro all’altalena delle commesse di lavoro che ha sempre caratterizzato il settore delle costruzioni navali. Nel contempo, Fincantieri ha confermato e sottoscritto (insieme ai sindacati, con un accordo nazionale) il ricorso anche per quest’anno della cassa integrazione straordinaria per sopperire ai “buchi di lavoro” tra una commessa e l’altra, che intressano soprattutto le officine che saldano gli scafi delle navi in costruzione. In particolare il numero di lavoratori da mettere in cassa integrazione nel 2013 potrà arrivare così a 325 nel cantiere veneziano, dove continua ad esistere, secondo l’azienda, un esubero di un centinaio di operai. Fatto sta che ieri anche la Fiom-Cgil, che ha la maggioranza in seno alla Rsu aziendale e ha avuto la posizione più intransigente, ha confermato disponibilità alla direzione aziendale di affrontare tutti i problemi produttivi e di programmazione del lavoro per consentire lo sviluppo delle commesse e la consegna delle navi nei tempi stabiliti. Del resto, proprio la Fiom veneziana, già nei giorni scorsi, ha detto di essere pronta a sottoscrivere un accordo che permetta di «utilizzare maggiormente gli impianti ed accelerare le operazioni di taglio delle lamiere delle nuove navi, introducendo il terzo turno notturno alle macchine con un miglioramento della prestazione settimanale fino a dodici ore per addetto; concordare di fronte ad esigenze verificabili l’orario plurisettimanale e i relativi recuperi; rafforzare la turnistica in atto; concordare le eventuali prestazioni straordinarie».

Il braccio di ferro sui nuovi orari di lavoro durava da settimane e negli ultimi giorni la tensione era giunta al massimo in portineria, dove tutti i fine settimana c’erano i presidi contro lo straordinario, e dentro il cantiere durante il carico delle lamiere di Viking Star (poi sospeso da Fincantieri) su un camion per trasportarle in un altro stabilimento, privando così Porto Marghera di questa importante commessa. Attualmente a Porto Marghera si sta costruendo la gigantesca Costa Diadema da 32.500 tonnellate di stazza, che però non basta a garantire il lavoro a tutti i reparti di produzione, a cominciare dalle officine che, in assenza di una seconda nave da costruire, tornerebbero a utilizzare la cassa integrazione. La seconda nave da costruire, - la Viking Star (47 mila tonnellate di stazza)- non basta però a occupare tutti i lavoratori diretti di Fincantieri, poco più di mille.

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