Finardi dedica a Venezia “Dolce Italia”: «Città troppo fragile»

L’amarezza del cantautore, alla protesta “No grandi navi”: “Amo questo posto, ma ci sono troppi turisti”

VENEZIA. È arrivato al tramonto, quando un sole gigante e rosso si stava inabissando all'orizzonte. Cappello di paglia e giacca color salvia con varie spillette, inclusa quella No Grandi Navi, Eugenio Finardi ha rivelato la sua anima attivista e il suo amore per Venezia.

«Sono tantissimi anni che ho a cuore questo tema» ha detto il cantautore «e mi fa molto piacere essere qui. Tanti anni fa avevo una data vicino a Tessera e dall'aereo mi sono reso conto di questo paradosso: ho visto Venezia in tutta la sua fragilità e sei grandi navi ormeggiate. In quel momento ho realizzato che non si poteva permettere che entrassero. Erano totalmente sproporzionate rispetto alla delicatezza della città».

Finardi ha poi raccontato di aver stretto amicizia con il fotografo Berengo Gardin proprio quando stava fotografando le grandi navi che poi sono state esposte nel Negozio Olivetti in Piazza San Marco.

«Amo tantissimo Venezia» ha aggiunto «ma devo dire che non riesco più vederla così piena di turisti. Negli ultimi anni quando arrivo vado sempre al Lido perché non riesco a camminare da nessuna parte».

Finardi ha poi dedicato a Venezia la canzone «Dolce Italia» e ha cantato per un'ora, con un pubblico che è rimasto fino all'ultimo e anche oltre a concludere una bella giornata per una Venezia sostenibile. 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia