Finanzieri al parco Albanese scoperte droga e alcune armi
Una roncola, una farfalla a dir poco pericolosa, un taglierino, un bilancino elettronico e delle droga. È quanto scoperto dalla Guardia di finanza ieri pomeriggio al Parco della Bissuola su segnalazione di una mamma che passeggiando con i figli, domenica, aveva visto dei movimenti sospetti nell’area fronte piscina. Mentre gli anziani chiacchierano sulle panchine, i bambini giocano a ping pong e gli atleti fanno il periplo del polmone verde, al parco della Bissuola bande dedite ad altro genere di attività continuano imperterrite a spacciare.
Domenica sera attorno alle 19 una donna con i figli stava tornando a casa dopo essere stata in piscina: ha attraversato il piazzale dei Martiri di Cefalonia, di fronte allo spazio di Ristorarte dove si trovano delle strutture architettoniche di abbellimento sulle quali spesso i ragazzi si arrampicano. Ad un certo punto è stata scacciata in malo modo da alcuni ragazzi. «Mi sono insospettita», racconta, «ci hanno chiesto cosa volevamo, hanno domandato ai miei figli che facevano lì».
A muoversi su sua segnalazione Luigi Corò, presidente del comitato Marco Polo, che a sua volta ha contattato la Finanza. E così ieri è scattato il sopralluogo. Dentro un buco nel calcestruzzo, ad altezza uomo, c’erano dei panetti di hashish e marijuana. Poi ispezionando meglio sono state trovate armi contundenti: una roncola e una “farfalla” e ancora un taglierino e un bilancino elettronico per pesare la droga che, a un primo esame, potrebbe aggirarsi tra i 30 e i 50 grammi.
Dopo aver setacciato gli anfratti, i finanzieri sono stati chiamati poco distanti, perché qualcuno aveva segnalato proprio in quel momento la presenza di persone che spacciavano cocaina. Le Fiamme gialle hanno “pizzicato” un gruppo di giovani di colore che stava scappando. Infilate sotto le panchine c’erano le bustine che si usano per contenere la “polvere bianca”: tra gli alberi e i cespugli erano ancora appesi sacchetti per confezionare la droga. Diverse le persone controllate. «Quello che serve», spiega Corò, «sono controlli, cani antidroga dappertutto, la presenza di forze dell’ordine e recinzioni, in modo che ci siano solo alcune vie di fuga varchi o come li vogliamo chiamare, per fare in modo che quando ci sono dei controlli, i malviventi non possano sfuggire».
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