Finanzieri a Ca’ Farsetti, verifiche su Forte Marghera

La Corte dei Conti vuole verificare come sono stati spesi i soldi della società partecipata Marco Polo System che negli ultimi anni ha gestito l’area

VENEZIA. Finanzieri al lavoro a Ca’ Farsetti, a palazzo Mocenigo Contarini e Forte Marghera per l’acquisizione di atti relativi alla gestione della società Marco Polo System. I finanzieri del Nucleo polizia tributaria - gruppo tutela Beni e Servizi ieri mattina su delega della procura della Corte dei Conti di Venezia hanno bussato a Venezia alle porte delle direzione dei settori che si occupano delle società partecipate, di bilanci e di appalti; e a Mestre alla sede della società, all’interno di Forte Marghera, la struttura di proprietà comunale che negli ultimi anni è stata gestita proprio dalla Marco Polo, società che a luglio la giunta ha deciso di mettere in liquidazione.

La procura della Corte dei Conti vuole accertare se i soldi convogliati alla società tramite finanziamenti pubblici, comunali, statali e soprattutto europei, siano stati spesi in modo corretto. Ma gli accertamenti riguardano anche le assegnazioni degli spazi alle cooperative. Per questo motivo i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria hanno prelevato documenti relativi ai bilanci della società dal 2010 a oggi e i file della corrispondenza intercorsa tra i vertici e la struttura della Marco Polo System da un lato e gli uffici del Comune dall’altro. Un’analisi della documentazione che dovrà andare di pari passo con la verifica dei flussi finanziari in entrata e in uscita dalla società che, per realizzare progetti di recupero del forte e iniziative centrare sulla rete dei forti in Italia e all’estero ha goduto di finanziamenti pubblici.

Tra questi, ad esempio, c’è a proprio il Centro internazionale per lo studio dei forti. La Marco Polo System è quella che tecnicamente si chiama Geie, un acronimo che sta per Gruppo europeo di interesse economico, strumento sostenuto. Una figura giuridica promossa dall’Unione Europea per sostenere iniziative di carattere economico e culturale e che per essere formata deve essere composta da soggetti di almeno due diversi Paesi dell’Unione Europea. La Marco Polo ad esempio vede tra i suoi associati il Comune - che a luglio ne ha deciso però la liquidazione, non ancora avvenuta - e l'Associazione dei Comuni e delle Comunità della Grecia Kedke.

Negli ultimi cinque anni, su incarico del Comune, la società ha gestito il Forte e si è occupata del recupero degli spazi del campo trincerato. La delibera con cui lo scorso 31 luglio la giunta tolse la gestione di Forte Marghera alla società aveva scatenato l’ira dell’amministratore e anima della società, Pietrangelo Pettenò, già consigliere regionale di Rifondazione comunista che aveva annunciato un ricorso al tribunale amministrativo contro la volontà di Ca’ Farsetti di uscire dalla società e di affidare la gestione dell’area di Forte Marghera a una Fondazione. «La Corte dei conti fa bene a fare le sue verifiche se ha ricevuto delle segnalazioni», dice Pettenò, che ieri mattina ha accolto i finanzieri al forte, «i progetti che abbiamo realizzato, e soprattutto quelli europei, sono stati al centro di controlli di primo e secondo livello da parte di tecnici dell’Unione, e sono sempre stati passati. La nostra gestione è stata trasparente, non abbiamo timori».

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