Finanziere e spacciatore dovrà risarcire lo Stato
Danni d’immagine e da disservizio: il militare chiamato a versare 15 mila euro L’ex maresciallo accusato di aver sottratto la droga sequestrata per rivenderla
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 18.01.2017.- Cà Merlenghi, Sede della Corte dei Conti.
VENEZIA. Con il suo comportamento da finanziere-spacciatore aveva messo in cattiva luce le Fiamme Gialle e, in generale, l’amministrazione dello Stato, creando anche un danno da disservizio. Per questo Vincenzo Maresca, napoletano di 46 anni residente a Chioggia, ex maresciallo della Guardia di Finanza in servizio anche alla polizia giudiziaria della Procura della Repubblica, dovrà versare 15mila euro a favore del Ministero dell’Economia e delle Finanze: di questi, 11.500 a titolo di danno d’immagine e 3.500 euro come danno da disservizio. Lo ha stabilito la Corte dei Conti di Venezia - presidente Guido Carlino, magistrato estensore Innocenza Zaffina - con la sentenza pubblicata nelle scorse ore, che va a sommarsi al patteggiamento in sede penale concordato da Maresca nel 2008: 3 anni e 2 mesi di reclusione, oltre alla rimozione dall’incarico, per detenzione di stupefacente, peculato e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale.
La Procura contabile aveva chiesto che l’ex finanziere venisse condannato a pagare una somma ben più elevata: 92.256 euro perché «nell’esercizio delle funzioni ha agito violando dolosamente e gravemente gli obblighi di servizio, con condotte illecite che hanno causato un danno erariale».
Stando all’accusa, l’allora sottufficiale avrebbe aiutato un superiore, il maresciallo Luca Serpente, a sottrarre lo stupefacente che era stato sequestrato dalla Finanza per rimetterlo sul mercato dello spaccio, in particolare nella zona del litorale jesolano. Non solo: avrebbe, in concorso con altri, redatto attestazioni false sui verbali di operazioni di arresti, perquisizioni e sequestri di droga. Nel corso del procedimento davanti alla magistratura contabile, Maresca era stato sentito e aveva riferito della situazione economica di grave disagio che sta vivendo in seguito al procedimento penale. E in una memoria difensiva il suo avvocato aveva evidenziato come il ruolo dell’ex finanziere dovesse essere ridimensionato, anzitutto rispetto al periodo contestato, limitato a suo dire a sei mesi, ribadendo peraltro che Maresca non sarebbe in grado di far fronte a una sentenza di condanna della magistratura contabile. Nella quantificazione dell’importo da pagare, la Corte dei Conti ha tenuto conto del ruolo gerarchico ricoperto dall’ex finanziere e dell’attività illecita limitata nel tempo.
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