Finanziamento illecito al Pd, indagati Mognato e Zoggia

Oggetto, i 550 mila euro che l'ex presidente del Consorzio, Giovanni Mazzacurati, ha detto di aver consegnato al candidato sindaco Orsoni per la sua campagna elettorale. Sentito come teste l'ex assessore Maggioni. SPECIALE Tangenti Mose: articoli, foto e video
Davide Zoggia (a sinistra) e Michele Mognato (a destra) con Walter Veltroni, durante una visita a Venezia
Davide Zoggia (a sinistra) e Michele Mognato (a destra) con Walter Veltroni, durante una visita a Venezia

VENEZIA. Si allarga l'inchiesta Mose: i due parlamentari veneziani del Pd Michele Mognato e Davide Zoggia, sono indagati per concorso in finanziamento illecito ai partiti. L'indagine è quella che ha portato per alcuni giorni agli arresti domiciliari l'ex sindaco Giorgio Orsoni, accusato dai pubblici ministeri Ancillotto, Buccini, Tonini di aver accettato oltre 500 mila euro dall'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati,  per sostenerne la campagna elettorale. Fondi - secondo la Procura - provenienti dalle provviste in nero del Consorzio, alimentate con un giro di false fatturazioni. Ieri, come testimone, è stato sentito in Procura l'ex assessore ai Lavori pubblici della giunta Orsoni, Alessandro Maggioni, nel 2010 segretario comunale del Pd veneziano.

Nei giorni scorsi, i due deputati sono stati sentiti dai magistrati, ai quali hanno escluso di aver esercitato pressioni di alcun tipo sul candidato sindaco, come pure hanno negato di essere stati i destinatari finali di quei soldi.

Le dichiarazioni  di Maggioni. L'ex assessore, intanto,   è stato sentito come teste in quanto segretario comunale del Pd veneziano, nel corso di quella campagna elettorale. "Ho trovato del tutto normale che i magistrati mi chiamassero, come del tutto normale rispondere alle domande che mi sono state fatte", si è limitato a commentare Maggioni, all'uscita dal Palazzo di Giustizia. Ai magistrati ha detto di non essersi mai occupato del capitolo fondi della campagna elettorale del sindaco Orsoni.

Proseguono quindi gli accertamenti sul fronte dei fondi a pioggia distribuiti dal Consorzio a questo e quel politico - tra gli altri, Giampietro Marchese (ex consigliere regionale pd)  e Lia Sartori (ex europarlamentare Pdl) - dopo la selva di patteggiamenti per le tangenti del Mose e  alla vigilia della chiusura dell'inchiesta con il deposito degli atti, che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio degli indagati restanti. Tra questi ultimi  lo stesso Orsoni, accusato di finanziamento illecito e al quale il gup Vicinanza aveva negato il patteggiamento a 4 mesi di reclusione, concordato con la stessa Procura.

Le dichiarazioni di Orsoni. Nel corso degli interrogatori di quest'estate, Giorgio Orsoni ha sempre negato  di aver mai ricevuto e, quindi, maneggiato denaro consegnato dal presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati, ma ha ammesso  di "avere una responsabilità per il contesto generale... nel senso che la mia campagna elettorale è stata finanziata in modi non corretti". La Procura gli contesta di aver incassato dal Consorzio più di 500 mila euro, registrandone 110 mila - consapevole però per l'accusa, che provenivano dal Consorzio -  mentre altri 450 mila euro sono stati consegnati direttamente da Mazzacurati senza alcuna registrazione. Allora aveva raccontato che a metà campagna elettorale si erano presentati da lui i"maggiorenti"del Pd (Michele Mognato e Davide Zoggia - che hanno respinto qualsiasi addebito - e  Giampietro Marchese) per ricordargli che c'era bisogno di altre risorse e lui non si è tirato indietro, anzi riferisce: "Mi sono adattato e ho insistito con Mazzacurati". Poi i soldi sono arrivati, anche se Orsoni afferma di non averli mai visti e mai toccati, immaginando però che fossero arrivati dal momento che le iniziative elettorali erano proseguite. In ogni caso - ricordando di non essere mai stati iscritto al Pd - ha respinto la natura dell'accusa di finanziamento illecito.

L'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Mazzacurati, l'ex assessore Maggioni e l'ex sindaco Orsoni
L'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Mazzacurati, l'ex assessore Maggioni e l'ex sindaco Orsoni

Le dichiarazioni di Mazzacurati. "Abbiamo sostenuto Orsoni sulla campagna elettorale e abbiamo speso quella cifra", aveva messo a verbale da parte sua   Mazzacurati ai pm che lo interrogavano, nell'estate del 2013, "diciamo il risultato è che Orsoni ha vinto al primo turno delle... non so, non avrei altro da dire, gli abbiamo corrisposto questa cifra un po' a scaglioni». Mazzacurati aveva aggiunto che parte dei soldi sono stati consegnati a Orsoni tramite il suo segretario Sutto, parte da lui direttamente: "Io l'ho portata a casa di Orsoni, alla fermata di San Silvestro a Venezia. Niente, gli sono stati dati una cifra tra i 450 e i 500 e di questi il 10% mi sembra sono regolari", "ho portato in vari scaglioni, ogni volta gli portavo 100 mila euro, 150 mila euro, fino al completamento", "in tre o quattro mesi". Durante la campagna elettorale, chiedono i pm? "Sì, all'inizio Orsoni mi parlò di 100 mila euro, che aveva fatto un conto... invece poi non sono bastati assolutamente". Quindi - domandano i pm - "per la campagna di Orsoni vi sono stati contributi delle imprese del Consorzio?" Sì, risponde Mazzacurati, "ci sono stati alcuni contributi regolari, adesso non saprei". Contributi regolari, registrati? "La parte regolare è una piccola parte rispetto al totale che è stato rilevante... avevamo deciso di spendere molto meno e poi invece Orsoni mi ha detto che aveva bisogno di tutti, di altri soldi". Quanto regolare e quanto in nero? "Penso che più o meno saranno stati il 10% la parte regolare", "noi abbiamo dichiarato 350-450 mila e di quelli lì ce ne saranno il 10% di regolari".

 

Argomenti:tangenti mose

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia