«Figlia chiamata negra, il clima è pesante»
MESTRE. «La prima volta che mia figlia ha fatto i conti con una forma di razzismo dovuto al suo colore della pelle aveva nemmeno tre anni. Alle materne un bambino ha iniziato a chiamarla babbuina. Un giorno me lo ha detto, ho evitato di dare peso alla cosa e per fortuna mia sorella che aveva un bambino piccolo pure lei, ha cominciato a chiamare con “il mio piccolo babbuino” il figlio. Per la mia piccola a quel punto è sembrato tutto normale».
Silvana ha una figlia adolescente e da tempo sente il peso di sempre maggiori forme di razzismo o bullismo nei confronti di chi ha la pelle nera. «Sono preoccupata e non poco. L’intolleranza per chi ha la pelle di un altro colore si sente sempre di più e spesso i bambini ripetono discorsi che sentono in casa. Certe affermazioni non sono frutto del loro sacco. Un giorno mia figlia è tornata a casa dicendo che una bambina la chiama negra. La prima cosa che fai in questi casi è di dirle che non vuol dire nulla. Devi far finta che non è importante. Qualche giorno dopo ho cercato di parlare con la madre della piccola per dirle che dovrebbe spiegare alla figlia che il termine non è certo corretto per chiamare una bambina che ha la pelle diversa. Lei ha tergiversato e ha tirato fuori mille scuse. Ho scoperto poi che era stata lei un giorno, riferendosi a mia figlia a dire: “quella negra”».
Episodi di bullismo nei confronti di ragazzi con la pelle nera, ma anche bullismo tra adolescenti dove vengono emarginati ragazzi a caso. Tra questi l’episodio che ha visto protagonista una ragazzina di origini straniere che altre due compagne di classe, alle medie, hanno iniziato a prendere di mira come ha raccontato la mamma, il mese scorso, ai carabinieri. Non è una questione di colore di pelle. La ragazzina in più occasioni è stata denigrata ma anche presa a schiaffi. La madre si è rivolta ai carabinieri perché secondo lei i professori non hanno fatto nulla per impedire che sua figlia fosse vittima delle angherie delle compagne di classe.
Francesca è un’altra mamma con una figlia con la pelle nera. Ieri ha espresso solidarietà alla mamma di Treviso il cui bambino è stato bullizzato in autobus da due compagne di classe che gli hanno detto: «I negri si siedono nella parte davanti del pullman».
Racconta Francesca: «La parola negro è usata con disinvoltura un po’ da tutti i ragazzi, anche per chiamarsi l’uno con l’altro, come intercalare, forse per emulare i rapper americani, pensano che sia cool. A mia figlia dà fastidio anche se non indirizzato a lei. In quinta elementare invece, per una disputa durante una partita di calcio a scuola, è stata chiamata negra da un compagno dell’altra sezione. In quel caso sono andata a parlare con il rettore. Sono state informate le maestre che hanno indotto il ragazzino a chiedere scusa. Dai genitori del bambino il nulla. In generale il clima è pesante. Alcuni sono solidali, altri indifferenti e altri...». —
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