Fiamme a bordo di notte Yacht affonda in darsena

Chioggia. Allarme alla “Marina del sole” mentre i proprietari cenano a terra Il personale riesce ad allontanare la barca dall’ormeggio evitando un disastro
Di Diego Degan
20090831 - TREVISO - CLJ - SCOMPARSI DUE SOMMOZZATORI IN CAVE LAGHETTO NEL TREVIGIANO - le ricerche da parte dei vigili del fuoco sul laghetto artificiale di Baita al Lago, a Castelfranco Veneto (Treviso), oggi 31 agosto 2009, dove da ieri sono scomparsi due sommozzatori trevigiani. ANSA / FILIPPO VENEZIA / DBA
20090831 - TREVISO - CLJ - SCOMPARSI DUE SOMMOZZATORI IN CAVE LAGHETTO NEL TREVIGIANO - le ricerche da parte dei vigili del fuoco sul laghetto artificiale di Baita al Lago, a Castelfranco Veneto (Treviso), oggi 31 agosto 2009, dove da ieri sono scomparsi due sommozzatori trevigiani. ANSA / FILIPPO VENEZIA / DBA

CHIOGGIA. Fiamme di almeno dieci metri che si levavano al cielo rincorrendo una colonna di fumo grigio e illuminavano, quasi a minacciarle, le altre barche ormeggiate: era impressionante lo spettacolo che si offriva alle persone accorse sui pontili della darsena Marina del sole, sabato notte, verso le 23, richiamate dall’incendio scoppiato a bordo di un piccolo yacht in vetroresina di 10 metri di lunghezza. I proprietari della barca, una coppia di Vicenza, stavano cenando sulla banchina di fronte al natante e, per primi, hanno dato l'allarme.

In pochissimi minuti il personale della darsena ha compiuto le operazioni necessarie a evitare il peggio: la barca è stata disormeggiata, per farla allontanare dalle altre, l'impianto antincendio della banchina è stato attivato, per rallentare il fuoco che, sulla vetroresina, si diffondeva a grande velocità, i pompieri sono stati chiamati a meno di un minuto dal primo allarme.

Ma tutto questo non era ancora abbastanza per scongiurare i possibili rischi. «Appena mi hanno avvertito, sono rientrato dal mare d’urgenza» spiega Marino Masiero, titolare della darsena «Lo yacht in fiamme si era staccato del tutto dagli ormeggi (il fuoco aveva bruciato le cime d’ormeggio) e si trovava al centro del Brenta, troppo lontano perché i vigili del fuoco potessero intervenire, diretto verso le l'altra darsena, la Marina di Brondolo, sulla sponda opposta. Così ho attaccato personalmente una cima alla gruetta di alaggio del tender e, con l’aiuto del nostro personale, l’ho trainata fino alla sponda del Gorzone, dove i pompieri hanno potuto spegnere le fiamme». Una manovra decisamente rischiosa perché a bordo c’erano due bombole di gas, una delle quali era già esplosa ma la seconda poteva farlo da un momento all’altro. Alla fine, però, la barca è stata quasi completamente consumata dalle fiamme e il relitto è affondato nel Gorzone. «Ringrazio il personale di servizio della darsena» dice Masiero «in particolare Ovidiu Rafael Staicu che, fino al mio arrivo, ha agito in modo impeccabile. Abbiamo evitato che si ripetesse un disastro come quelli di Rovigno, 9 barche bruciate, o di Bari, 15 barche in fiamme, a Ferragosto 2013».

La causa dell’incendio, stando ai primi accertamenti, sarebbe un corto circuito nella cabina di prua, dove c’erano i letti. La barca distrutta poteva avere un valore di circa 30-40mila euro.

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