Fiabe gay alle materne, De Poli diffida il comune di Venezia E Giovanardi: "Giù le mani dai bambini"
VENEZIA. Il parlamentare Udc Antonio De Poli “diffida” il Comune di Venezia. Dopo la bufera politica sulle parole 'mamma' e 'papà' via dai moduli del Comune, scoppia la polemica sulle fiabe gay distribuite alle scuole materne ed asili. Da qui la richiesta del senatore centrista, "in via preventiva e senza nessun pregiudizio ideologico o volontà di dar vita a polemiche inutili", di chiedere al sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni "di sospendere l'iniziativa promossa dalla consigliera delegata ai Diritti civili, Camilla Seibezzi":
"Nessuno vuole alimentare le discriminazioni nei confronti dei gay - spiega il parlamentare dell'Udc -. Apprendo con piacere, fra l'altro, che in una di queste fiabe si raccontano le storie di una bimba epilettica e di un bimbo down. Ritengo semplicemente una scelta azzardata e infelice affrontare i temi eticamente sensibili soprattutto se ci si rivolge ai bambini e se si pretende di definire 'famiglie' le coppie gay che famiglia non sono. Credo che servirebbe una valutazione più approfondita. Siamo contrari alle discriminazioni ma attenti a non avallare iniziative discutibili con la scusa di adeguarci alle indicazioni dell'Europa".
«Giù le mani dai bambini». Lo afferma il senatore Carlo Giovanardi in relazione al fatto che il Comune di Venezia sulla modulistica per le scuole toglierà le diciture padre e madre per sostituirle con genitore. «Le istituzioni competenti - dice Giovanardi - si attivino immediatamente per impedire la distribuzione negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia veneziana il materiale di propaganda gay e sulla fecondazione eterologa che la delegata del sindaco per le politiche contro le discriminazioni, Camilla Seibezzi si accinge a consegnare». «Mi sembra evidente - conclude Giovanardi - che i piccoli non possono essere cavie di cervellotici esperimenti che segnalano soltanto la confusione mentale di chi li vuole imporre a creature innocenti».
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