Fiabe "alternative", Orsoni boccia Seibezzi
VENEZIA. Le fiabe dove un uovo è covato da due pinguini maschi, il cane Bif che vuol fare la ballerina e altri libretti “alternativi” distribuiti negli asili nido e nelle scuole materne del Comune non piacciono al sindaco Orsoni. Ancora meno il primo cittadino, di cultura cattolica e molto vicino alla Curia, ha gradito clamore e polemiche che hanno seguito l’iniziativa: «La consigliera Seibezzi ha avuto le deleghe per tutelare i diritti civili e non per fare propaganda», ha commentato seccamente ieri a margine di un incontro sulle grandi navi, al ritorno dal suo viaggio in Sud Africa.
Parole che suonano come un disconoscimento e una presa di distanza, all’indomani della conferenza stampa dove la delegata ai Diritti civili e alla lotta alla discriminazione della giunta, Camilla Seibezzi, ha fatto il bilancio dei primi quattro mesi della sua attività. Tra 250 sacchi a pelo distribuiti ai senza fissa dimora, il film sulla Shoah degli omossessuali nella Giornata della Memoria, una ricerca sui rischi di discriminazione all’interno delle realtà sportive e aggregative della città, ha annunciato anche che - dopo mesi di polemiche - il sindaco Orsoni stesso aveva alla fine autorizzato la sua proposta di sostituire sui moduli comunali la dicitura “padre/madre” con il termine “genitore”, come già adottato da altri Comuni e dallo stesso ministero per l’Istruzione. Seibezzi ha poi anche annunciato la distribuzione nelle 50 scuole comunali per l’infanzia della città (dagli spazi cuccioli, ai nidi alle materne) di 49 libri di fiabe “anti-discriminatorie”, accompagnate da un corso di aggiornamento per 70 insegnanti. Quest’estate, Orsoni aveva bollato con un «Parte male» l’iniziativa su «padre-madre-genitore» che poi ha fatto il giro d’Italia e ora sarà adottata anche a Venezia con provvedimento del dirigente delle Politiche educative. Ora il commento è altrettanto netto, infastidito soprattutto da clamore e polemiche. Immediata era stata anche la reazione dell’assessora alle Politiche sociali Tiziana Agostini: «I libri nelle scuole vengono adottati solo dopo la valutazione del personale competente».
Amareggiata la reazione di Camilla Seibezzi. «Il sindaco è stato da me informato in questi mesi di tutti i progetti in corso e, in un incontro della scorsa settimana, è stato fatto il punto. L’ho informato anche della conferenza stampa», commenta la consigliera della lista in Comune, «non mi è chiaro quale sia il problema e non vedo perché sui diritti civili si debbano sempre fare le cose a capo chino, quasi di nascosto, quasi fossero cose delle quali vergognarsi. Quale propaganda? Contro la discriminazione degli ebrei? Degli stranieri? Delle donne o degli omosessuali? Tutti temi dei quali ci siamo occupati».
«Tutto è sempre stato preventivamente concordato con il sindaco, a suo tempo, anche la decisione di sostituire sulla modulistica “padre” e “madre” con “genitore”, comprensivo di tutte le declinazioni delle famiglie: etero, omo, single, adottive», conclude Seibezzi, «se ogni volta che si procede con interventi previsti dalle direttive europee contro l’omofobia e le discriminazioni e la Costituzione italiuana che tutela i diritti di tutte le persone, torniamo a questo punto, che il sindaco mi tolga la delega una volta per tutte».
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