FESTIVAL DELLA POLITICA «La violenza sulle donne? Paura di perdere il potere»

Affollato incontro con De Gregorio e Cazzullo moderato dal direttore della “Nuova” La giornalista di “Repubblica”: «Non è vero che la rete abbia portato democrazia»
Festival della Politica 2014 Mestre Violenza di genere: come diventare un paese anche per donne. Con Concita De Gregorio, Aldo Cazzullo e Pierangela Fiorani
Festival della Politica 2014 Mestre Violenza di genere: come diventare un paese anche per donne. Con Concita De Gregorio, Aldo Cazzullo e Pierangela Fiorani

C’è la violenza fisica, quella subliminale del marito nei confronti della moglie manager che si consuma tra le mura di casa una volta chiuso il negozio o l’ufficio; e c’è la violenza verbale nei confronti delle donne mascherata dietro un nick-name che corre sui social network.

Il Festival della politica ieri sera ha fatto nuovamente centro, catalizzando centinaia di persone in piazza Ferretto nonostante le avvisaglie di pioggia, per ascoltare i giornalisti Concita De Gregorio e Aldo Cazzullo intervistati dalla direttrice della Nuova Venezia, Pierangela Fiorani, che discutevano sulla violenza di genere e su come l’Italia può diventare un Paese per donne, partendo dalla considerazione che oggi la parità è solo a parole.

Una serata intrigante che ha strappato più di un applauso, facendo riflettere su comportamenti che spesso sfuggono. «Bisogna affrontare la realtà per quel che è e vincere la riluttanza a dire che ci sono cose di cui non si parla, e su cui si deve invece riflettere senza vittimismo», ha esordito la firma di Repubblica, «perché c’è la violenza fisica, che è un’emergenza, ma ci sono anche tante altre forme di emarginazioni e di pressioni psicologiche e ciascuno nella sua dimensione privata sicuramente ne conosce molte. Per questo è importante avere le stesse possibilità e insegnare il rispetto reciproco dei generi».

La violenza verso le donne nasce dai banchi di scuola, quando si insegna che le ragazze fanno da mangiare e i ragazzi la guerra, tutto nasce dalla cristallizzazione delle posizioni. «Com’è possibile», ha domandato Cazzullo, «che in Italia continui lo stillicidio di donne? Va bene l’ignoranza, l’arretratezza, ma c’è di più. Gli uomini hanno paura delle donne, della libertà sessuale, della libertà di scelta, dell’intelligenza, hanno paura che la donna soffi loro il posto. Oggi le donne guidano i tram, spengono incendi, ci sono più donne laureate in medicina che uomini. Gli uomini hanno paura di perdere il potere. Sono convinto che questo sarà il secolo delle donne e accadrà anche in Italia, è inevitabile».

Dalla violenza fisica a quella 2.0 perpetrata verso le donne, la stessa che c’era negli anni Settanta, solo più liquida e post-moderna. «C’è l’equivoco che la rete abbia portato democrazia», precisa la De Gregorio, «oggi c’è una costante aggressione alle donne che si trincera dietro nick name e profili anonimi. Ma basta domandarsi perché un ministro donna viene chiamata per nome di battesimo, mentre l’uomo viene appellato con il cognome e con il ruolo? Se ti chiama per nome chi non ha confidenza con te, ti usa violenza. E poi, perché dell’andropausa non si sa nulla e della menopausa tutto?». Infine l’invito da donna alle donne di accettare lo scorrere del tempo e un po’ di cellulite.

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