FESTIVAL DELLA POLITICA «La Città metropolitana di Venezia è un errore»

Massimo Cacciari contro i vecchi confini della Provincia. Perulli, docente di Sociologia vede una “global city region”
Festival dell Politica-Mestre Sabato 13 settembre 2014 ore 11:00 Venezia città metropolitana a cura della Fondazione Pellicani Massimo Cacciari, Paolo Perulli, Nicola Pellicani
Festival dell Politica-Mestre Sabato 13 settembre 2014 ore 11:00 Venezia città metropolitana a cura della Fondazione Pellicani Massimo Cacciari, Paolo Perulli, Nicola Pellicani

MESTRE. Ressa di pubblico, tanta attenzione e partecipazione all’incontro del “Laboratorio città” dedicato allo studio della Fondazione Pellicani sulla città metropolitana, un lavoro di otto anni tra studi e ricerche e che ieri mattina in piazzale Candiani è diventato l’occasione per dialogare del nuovo assetto amministrativo che entrerà in vigore dall’1 gennaio 2015 ma che non convince ancora del tutto.

Davanti a una platea attenta di cittadini, sindaci come Andrea Follini di Marcon, ex amministratori come Gianfranco Bettin e Alfiero Farinea, architetti, artisti e rappresentanti del mondo sindacale ed economico della città hanno preso la parola anche i lavoratori del Comune a cui la fondazione Pellicani ha voluto esprimere solidarietà per la lotta contro i tagli del commissario Zappalorto. Nicola Pellicani ha infatti spiegato che «servizi e lavoratori vanno difesi in questa città Non è con i tagli che si valorizza Venezia ma puntando sulla competenza».

La voce dei comunali è arrivata alla platea attraverso Mario Ragno, sindacalista della Uil. Nel vivo del dibattito sulla Città metropolitana sono entrati, invece, Paolo Perulli, docente di Sociologia economica all’Università del Piemonte Orientale, Nicola Pellicani e Massimo Cacciari, presidente della Fondazione. Si è partiti dalla ricerca, dal lavoro dell’Osservatorio permanente sulla Città metropolitana, e che analizza dati, per lo più inediti, e suggerisce strategie da adottare. Indagini che hanno toccato principalmente tre temi: le professioni innovative (135 mila sono le persone, spesso precari, che lavorano in queste professioni); il consumo di suolo, che evidenzia come nella Pa.Tre.Ve. un quinto del territorio sia urbanizzato e 110 mila case siano da rottamare; la mobilità con 90 mila pendolari che ogni giorno si muovono all’interno dell’area metropolitana.

Ma il vero tema è il ruolo della Città metropolitana, pensata oggi con gli stessi confini della vecchia Provincia. Pensa ad una sorta di città regione in cui il centro non esiste più, una “global city region” Paolo Perulli che punta sulla necessità di condividere servizi tra i vari Comuni. Ma Cacciari avverte: «Aver pensato ai confini provinciali per la Città metropolitana è un grossolano errore, figlia di una logica centralistica. Per questo dico che oggi non ha più senso, smettiamo con la Città metropolitana perché quel che serve davvero è l’elasticità. Lascino ai Comuni deciderne i confini, lascino la libertà di creare reti lunghe tra le società di utility per rafforzarsi davvero. Invece, la Città metropolitana che ripropone i confini della Provincia è una scelta da analfabeti».

Intervengono anche Lino Gottardello per la Cisl che chiede alla politica di tornare a fare la sua parte a partire dai progetti per le prossime amministrative a Venezia e Damaso Zanardo per la Camera di commercio che pone come fondamentale il tema della governance per la Città metropolitana che sta per arrivare. Interviene anche Adriana Vigneri, sottosegretario nel governo Prodi, docente universitaria, che ha a lungo lavorato ai testi delle leggi istitutive della città metropolitana. «In Italia nessuno ha mai provato a guidare questi processi stringendo unioni tra i sindaci. Non abbiamo affatto l’esperienza di altri paesi europei in questo senso. Quello che conta non sono i confini amministrativi che significano ben poco. Quel che conta è riuscire a risolvere i problemi assieme e mi auguro che si riesca a farlo». La stessa domanda viene ripresa da Massimo Cacciari nelle sue conclusioni: «Lo speriamo tutti che sia possibile ottenere il risultato ma quel che è certo è che si poteva fare una riforma più sensata».

Dal pubblico sono arrivate varie domande, una in particolare, da parte di una donna che chiedeva a Cacciari e a Pellicani cosa intendono fare per la Città metropolitana nel concreto ha provocato la reazione del filosofo che ha replicato, stizzito. «Noi qui siamo dei cittadini volontari e il Festival della politica non è un festival per la campagna elettorale di qualcuno ma un momento di riflessione e studio e analizza i problemi. Pellicani non è un politico e io non lo sono più».

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