Festival della politica, finale da tutto esaurito

MESTRE. Si è chiuso con una giornata da tutto esaurito il Festival della Politica targato Fondazione Pellicani, che è riuscito anche ieri a catalizzare migliaia di persone tra il “salotto mestrino” e Marghera, per ascoltare e riflettere su temi di attualità assieme a scrittori, giornalisti, uomini di cultura dimostrando quanto bisogno ci sia di capire, ragionare. Seguitissimo dunque l’ultimo giorno di Festival: pienone in piazzetta Battisti, tutto esaurito in piazzetta Pellicani al dibattito sul cinema “Bellezza e/o violenza?”, molta gente in piazza Ferretto alle 19, per seguire “Nuovi fattori di conflittualità. Quali nuove forme di violenza nel tempo della crisi della democrazia?”. Bagno di folla e di pubblico finale alle 22 per il monologo Homo Srl di Sabina Guzzanti.
Ieri si è parlato anche di internet e politica, o meglio delle loro relazioni: quanto la rete sta cambiando e può contribuire a modificare il consenso politico? Il web aiuta la democrazia? Sono alcune delle domande sulle quali hanno riflettuto Luca De Biase, giornalista e scrittore, Sara Bentivegna, docente di Comunicazione politica e teorie delle comunicazioni di massa e dei nuovi media all’Università La Sapienza di Roma, e Alessandra Poggiani, esperta di economia digitale e marketing. Tra i temi messi sul piatto, il rapporto tra Twitter e Facebook, l’importanza delle nuove tecnologie per trovare lavoro e per tenerselo stretto ai tempi della crisi. «Dai primi anni Novanta», ha esordito Bentivegna, «ci si è domandati se la rete favorisce o meno il web, la situazione però è più complessa, perché la democrazia si costruisce con tanti mezzi. Quello che è importante, partendo da fatti di cronaca che hanno visto protagonisti i new media (vedi alla voce primavera araba ndr), è che questi ultimi consentono di creare un’organizzazione in assenza di organizzazione. Un esempio? Il cosiddetto “popolo viola”, ossia movimenti che hanno aggregato milioni di persone anche senza una struttura tradizionale. Chi portava la gente in piazza una volta? I sindacati e la politica, oggi lo fanno i social network, Facebook e Twitter, senza organizzazioni strutturate. Non credo nemmeno che i social media abbiano tolto terreno alla tivù, quanto piuttosto che ci sia una ibridazione tra new media e media tradizionali. Cosa c’entra la politica? Grillo ha riempito le piazze via web, ma poi le piazze affollate e piene di gente sono state riprese dalle tivù». Dal fenomeno unico nel suo genere e non replicabile del Movimento Cinque Stelle, al sito Passo dopo Passo. «La politica della trasparenza ha diverse componenti», ha sottolineato Poggiani, «offrire ai cittadini strumenti, ma anche determinare un riscontro. La tecnologia è sempre un mezzo, mai un fine, un mezzo, ad esempio, per avvicinare i cittadini al Governo, cosa vera solo se l’accesso è universale».
Se cioè tutti hanno la possibilità di averlo a portata di mano o di clic. E qui si apre una grande parentesi, perché spesso non è così. Il potere dei nuovi media dunque, la loro accessibilità, le derive a cui l’uso di Facebook e Twitter può portare, se si è in cerca solo di produrre “like”, ossia “mi piace” sul proprio profilo, in modo da creare consenso.
Durante la serata è stato premiato l’account Twitter che ha dato una lettura degli eventi più precisa e personale, che corrisponde a Pruckler, mentre una menzione speciale per l’assiduità nel seguire i dibattiti è arrivata per l’account di “Dayafter2012”, premiato in piazzetta. Al primo un buono di 320 euro delle Librerie della Politica, al secondo libri della Marsilio.
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