Feste nei palazzi, un vero business

Affitti alle stelle, si pagano fino a tremila euro a sera per partecipare a un evento

Il Carnevale deve ancora iniziare - l’anticipo sabato e domenica prima del via libera definitivo dal weekend successivo - ma già impazza il business delle feste private, un vero e proprio nuovo settore economico legato all’offerta turistica della città. Tanto che a reclamizzarlo è lo stesso sito ufficiale del Carnevale di Venezia, raccogliendo l’invito dell’allora assessore al Turismo (e ora allo Sport) Roberto Panciera, che aveva suggerito di considerarle a tutti gli effetti parte della manifestazione.

Esiste infatti un vero e proprio listino prezzi della feste che tocca il culmine con il Ballo del Doge a Ca’ Pisani Moretta la sera del primo marzo, dove le cifre variano tra i 750 e i 1500 euro a persona (in base al fatto che si scelga di arrivare prima o dopo cena) e che con costume e trattamento vip può arrivare a sfiorare i tremila euro per la serata.

Per il Gran Ballo della Dogaressa a Palazzo Pesaro Papafava, il primo marzo, per cocktail, cena e musica con arie della Carmen di Bizet si riesce invece a stare dentro i 355 euro a persona.

Ma quello che stupisce è la quantità industriale di feste - offerte tramite la società Venice Events - tutte con un listino preciso e con prezzi minimi che oscillano appunto tra i 150 e i 750 euro, in base al luogo, alla data e al tipo di offerta.

Eventi costruiti esclusivamente su una clientela turistica, soprattutto internazionale, che cala in laguna per il Carnevale e, potendo spendere, non si accontenta dello “struscio” in maschera in Piazza San Marco, ma vuole vivere l’emozione di una «autentica» festa veneziana in costume.

Allargando il concetto, naturalmente. Perché ad esempio “Il Gran ballo della Dolce Vita” a 295 euro a persona, il 27 febbraio, con Venezia c’entra poco e vuol calare la clientela nell’atmosfera del burlesque con licenze felliniane a Palazzo Pesaro Papafava.

E discorso analogo vale per Le Mille Notti d’Arabia, in un palazzo tra Rialto e San Tomà, che sarà ripetuta il 18 e 25 febbraio e il 4 marzo, partendo da 250 euro per chi arriva “già sfamato” dopo le 23, per salire subito a 520 euro, se si arriva invece alle 20 per mangiare seduti a tavola, fino a salire a 660 euro per chi vuole invece sedersi nel “Salone Tiepolo” dell’edificio.

Già tutto esaurito invece per le due feste del 20 e 27 febbraio a 350 euro per cena e musica in maschera in un palazzo veneziano.

Per chi proprio non vuole spendere molto e si accontenta di pizza e salame, ma vuole comunque vivere l’atmosfera d’epoca, c’è, il 22 febbraio e il primo marzo il Venice Carnival Party Cruise, sul “solito” galeone rifatto che gira per la laguna a richiesta.

Collegate al business delle feste, c’è quello dei costumi, perché la maggior parte dei turisti che si prenotano per la serata non ne dispongono e l’organizzazione naturalmente è pronta fornirglieli,

Basta pagare. Quanto? Anche qui il prezzo è variabile. Uno costume da Arlecchino nello stile della Commedia dell’Arte, può essere affittato per una sera a 220 euro. Per un Pulcinella ne bastano anche 200. Se poi si va su un costume storico, di taglia ottocentesca, si sale subito a 270 euro a serata.

Ma se si sceglie invece un costume settecentesco in stile, ad esempio da gentiluomo, arriviamo immediatamente a 320 euro a sera. Si affittano anche solo gli accessori, dal corno dogale, al tricorno, alle scarpe, con prezzi variabili.

Quello delle feste mascherate in palazzi privati è dunque, a tutti gli effetti, un vero e proprio comparto turistico aggiuntivo legato al Carnevale, che coinvolge anche laboratori e artigiani veneziani e che si è ormai sviluppato in un’offerta seriale e continuativa, rivolta alla clientela internazionale che si ferma in città durante la manifestazione, ha da spendere e vuole uno svago alternativo alla Piazza. (e.t.)

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