Feste nei chioschi e circoli «È concorrenza sleale»

Jesolo. Il presidente del Silb (locali da ballo) Vianello passa all’attacco «Spesso non rispettano le norme di sicurezza e godono di vantaggi fiscali»
(GAVAGNIN)JESOLO CHIOSCHI DI NOTTE
(GAVAGNIN)JESOLO CHIOSCHI DI NOTTE

JESOLO. Feste private nel mirino del Silb. Il sindacato dei locali da ballo punta il mirino contro gli eventi e concerti nei chioschi sulla spiaggia e nei circoli privati o club del territorio. Il principio cui si ispira il presidente Giancarlo Vianello è quello della legalità. Soprattutto in città come Jesolo e Cavallino Treporti, i chioschi organizzano feste con musica di grande richiamo che sono diventate una moda che punteggia la costa veneziana.

«Il punto di partenza», spiega il presidente Vianello, «è il Tulps, il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che deve essere rispettato. Noi non siamo contro le feste nei chioschi, ma devono rispettare le leggi e le autorizzazioni richieste. Quanto ai circoli privati, spesso non pagano la Siae e se la pagano beneficiano di una riduzione, non pagano l’Iva né le altre tasse previste per i locali da ballo, non hanno alcun obbligo sulla sicurezza, dai dispositivi antincendio alle norme sulla capienza. Insomma, sono terra di nessuno e spuntano come funghi. Fanno concorrenza sleale alle imprese regolari».

Tornato dalla convention nazionale del Silb-Confcommercio, che si è svolto a Firenze, il presidente provinciale della categoria, lo jesolano Giancarlo Vianello, annuncia iniziative a vari livelli, dopo la provocazione lanciata dai colleghi di tutta Italia di consegnare le licenze dei locali da ballo regolari per travestirsi da circoli privati. Vianello punta il dito contro la mancanza di provvedimenti incisivi per combattere il proliferare di soggetti che organizzano feste danzanti non autorizzate che sono una concorrenza sleale per le imprese regolari.

«Quando il ballo viene organizzato all’interno di castelli, agriturismi, bed and breakfast senza che abbiano le autorizzazioni necessarie siamo di fronte a un’anomalia insostenibile per il comparto ormai fiaccato dalla crisi economica», aggiunge, «a livello nazionale parliamo di un miliardo di euro di giro di affari abusivo, ben superiore agli 850 milioni del volume d’affari legale, che nella congiuntura economica pesa tantissimo. Porta alla chiusura di molte imprese regolari: solo nel Veneto negli ultimi 4 anni hanno chiuso le serrande 150 locali da ballo su 600 totali. È triste assistere alla scomparsa di tante imprese, alcune anche storiche, ma è indubbio che le chiusure sono sintomo di una tendenza a livello nazionale e non solo del nord-est».

Giovanni Cagnassi

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