Feste a luci rosse, un condannato

Mirano, processo all’organizzatore delle orge. Falso testimone patteggia 10 mesi

MIRANO. Durante il processo all’ex finanziere in servizio a Mirano Roberto Salegna, accusato di aver organizzato scambi di coppie e vere e proprie orge in alcuni locali, avrebbero raccontato il falso pur di salvarlo, questa almeno l’accusa di cui dovevano rispondere tre testimoni per i quali il pubblico ministero di Venezia, Giovanni Zorzi, ha chiesto il rinvio a giudizio. Ieri, l’amico dell’imputato Valerio Corazzon di Maserada, la segretaria Isabella Maggio di Cadoneghe e una delle frequentatrici dei festini, la padovana P.B., dovevano rispondere di falsa testimonianza davanti al giudice Antonio Liguori e i loro avvocati hanno scelto strade diverse: alla fine Corazzon ha patteggiato una pena di 10 mesi e 20 giorni, Maggio è stata rinviata a giudizio, mentre la terza è stata assolta con il rito abbreviato.

Il 7 febbraio di due anni fa, Salegna era stato condannato dal Tribunale di Venezia a due anni e otto mesi di reclusione e 800 euro di multa per sfruttamento della prostituzione. Con lui era stato condannato anche l'ex titolare de «Il gatto e la volpe» Franco Baruffaldi, un locale di Due Carrare.

Salegna gestiva un sito per scambi di coppia e organizzava feste che finivano in orge, che via rete venivano chiamate gang-bang. Davanti al Tribunale avevano testimoniato i finanzieri che avevano svolto le indagini e una delle donne che veniva pagata per prostituirsi e che ha collaborato. L'ex finanziere aveva costituito una società, la «Aruba», che aveva aperto un sito internet - il www.coppiedelnordest.it - al quale bastava collegarsi per sapere di settimana in settimana dove e quando si svolgevano le feste per scambisti.

Stando al pm Zorzi, presenti a questi incontri c’erano sì coppie intenzionate a scambiarsi i partner, ma anche donne sole che altro non erano che prostitute, che alla fine Salegna pagava, dopo aver incassato i soldi dai maschi soli che pagavano per entrare. Tra l’altro, nel sito, erano pubblicate alcune lettere di persone che si lamentavano del fatto che spesso c’erano molte ragazze dell’Est Europa.

E proprio questa attività gli è costata l’allontanamento dalla Guardia di Finanza prima e l’imputazione con il processo poi. Un maresciallo di Mirano aveva spiegato che avevano seguito il collega dopo i primi sospetti che lui, del resto, nulla aveva fatto per scrollarsi di dosso, tanto che il suo soprannome era quello di «principe», visto che andava in giro a raccontare le sue avventure con donne molto belle e sempre diverse.

Giorgio Cecchetti

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