Festa di San Marco in mano ai venetisti
Festa di San Marco in Piazza con la “calata” dei venetisti. Si attendono in migliaia oggi in Piazza per la celebrazione per la prima volta in grande stile del patrono di Venezia voluta dalla giunta Brugnaro e in particolare dal consigliere delegato dal sindaco alle tradizionali locali, Giovanni Giusto, leghista, che ha ottenuto che da quest’anno il vessillo marciano possa essere sventolato liberamente in Piazza, con il via libera delle autorità. E se al mattino in Piazza ci sarà l’alzabandiera e il ricordo del 71° anno dalla Liberazione dal nazifascismo, il pomeriggio - quasi senza annunciarlo - il Comune darà il via alle celebrazioni del patrono marciano. Non solo con l’esibizione del Coro della Fenice sul palco, ma anche con l’esibizione storica in costume dei figuranti dell’associazione “Raixe Venete” che - ricorda il comitato “Bandiera italiana 17 marzo” - salirono alle cronache nazionali nel 2011 per aver bruciato il fantoccio di Garibaldi con appeso al collo il cartello “L’eroe degli immondi”, a Schio durante il “capodanno veneto”. E soprattutto con i discorsi dal palco di Edoardo Rubini (associazione Europa Veneta) e dell’avvocato Renzo Fogliata, capolista nel 2015 di Indipendenza Veneta.
Giusto minimizza. «Parleranno delle tradizioni marciane e non di altro», spiega Giusto. «Poi ciascuno interpreta la Festa di San Marco a modo suo. Le uniche bandiere ammesse in Piazza saranno quelle con il gonfalone di San Marco e non ci saranno striscioni di nessun tipo. Il resto non ci compete».
Zaia benedice. A “benedire” la Festa di San Marco è arrivato ieri il messaggio del governatore leghista Luca Zaia, che si presta anche a qualche lettura in chiave autonomista. «Nel giorno del Santo Patrono di Venezia e della nostra regione», scrive, «rivolgo il mio augurio a tutti i veneti nella speranza che, nel nome di San Marco Evangelista e della Serenissima, la nostra regione possa ritrovare presto la strada per lo sviluppo, il lavoro e il benessere coniugati con la sicurezza sociale e l'attenzione incessante ai più deboli».
Festa dei veneti. Il governatore ricorda che quella di oggi «è la vera festa dei veneti, la celebrazione orgogliosa di un’identità e di una cultura. Il richiamo a San Marco è anche memoria di una autonomia repubblicana e di una fierezza dell'essere veneti che ha radici antichissime. Valori che noi continuiamo a coltivare nella convinzione che, pur venendo da lontano, essi siano pienamente attuali e rispondano a un’esigenza di progresso e di modernità. Il 25 aprile non può non essere anche il giorno in cui si ricorda la storia di una delle repubbliche più longeve e lungimiranti, che divenne modello di civiltà e libertà. Noi siamo gli eredi di questo patrimonio storico e di valori. Non soltanto dei valori della cristianità, della tolleranza e dell'accoglienza, patrimonio inscalfibile del popolo veneto, ma della difesa strenua di questi valori contro chi vuole capovolgerli in nome di un relativismo culturale che non ci appartiene e che non appartenne alla Serenissima Repubblica».
I timori. Ma sono in molti a temere che la Festa di San Marco di oggi - come avvenne in parte anche l’anno scorso - si trasformi in un’adunata dell’autonomismo e dell’indipendentismo veneto (assente solo il “Governo Veneto” di Albert Gardin). Un rischio denunciato da consiglieri comunali di opposizione come Monica Sambo del Pd e anche dal Comitato “Bandiera italiana 17 marzo”, che invitano Comune e forze dell’ordine a vigilare.
Indipendentisti. «Saremo in migliaia in Piazza San Marco», annuncia Roberto Agirmo, di Noi Veneto Indipendenza, «per celebrare finalmente la Festa di San Marco con il gonfalone marciano, anche se sarà innegabilmente anche un momento per celebrare l’indipendentismo veneto. Ci sottovalutano, ma siamo moltissimi. Ringraziamo il sindaco Brugnaro che ci ha dato finalmente la possibilità di sventolare liberamente la bandiera di San Marco, come in passato non era possibile. Non siamo più i 40 del Tanko, siamo moltissimi e questa festa è anche nostra. Per me è giusto che in questa occasione si sventoli solo il gonfalone di San Marco, ma altri gruppi faranno forse diversamente sventolando anche le bandiere gialle e blu dell’indipendentismo». Non resta che stare a vedere ciò che accadrà oggi in Piazza.
Enrico Tantucci
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