Festa del sacrificio, in 1.500 a San Giuliano
In millecinquecento per la Eid Al Adha. Nonostante fosse il primo giorno di scuola, in tanti si sono dati appuntamento ieri mattina alle sette in punto al Parco di San Giuliano per pregare Allah e celebrare la seconda ricorrenza più importante del calendario islamico, ossia la Festa del Sacrificio, che viene festeggiata quaranta giorni dopo la Eid Al Fitr, la fine del Ramadan, e segna il termine del pellegrinaggio annuale alla Mecca.
Non è la prima volta che i musulmani della provincia chiedono di poter utilizzare il polmone verde cittadino. Ma è la prima occasione che lo fanno per la Festa del Sacrificio ed è soprattutto la prima volta che decidono di organizzare la preghiera collettiva all'aria aperta tutti assieme, bengalesi compresi. La comunità del Bangladesh, infatti, la più numerosa nel territorio, è essa stessa frastagliata in parecchie comunità in città, e generalmente decide di pregare per conto proprio, nei rispettivi locali. Quest’anno invece è stato lanciato un appello a convergere al Parco: non tutti l’hanno accolto, perché molti non hanno mezzi con cui spostarsi, ma tanti hanno risposto.
Sin dal primo mattino i fedeli si sono incamminati, alla spicciolata, alla Porta Gialla, meeting point. Chi in bus, nonostante lo sciopero, chi in auto, chi in bici, chi vestito da festa e chi in completo da lavoro. Mamme con passeggini, bimbi con lo zainetto pronto e la merenda già incartata. C’erano persino turisti in visita a Venezia, meravigliati dalla location d’eccezione, con il sole che sorgeva sulla laguna. Sotto il braccio il tappetino per la preghiera. All’entrata i parcheggiatori facevano lasciare le auto ordinatamente, prima di accedere alla postazione dedicata alcuni volontari offrivano sacchetti dove depositare le scarpe. Donne divise dagli uomini, ciascuno nel proprio reparto, zone ristoro post preghiera.
«Il nostro intento», spiega Amin Al Ahdab, presidente della Comunità Islamica di Mestre e Provincia, «è quello di far capire che non ci sono divisioni tra di noi, che non ci sono musulmani di serie A e di serie B, che non ci sono nazionalità diverse, compresi i musulmani italiani, i convertiti, che siamo tutti uguali e per questo abbiamo scelto di pregare assieme, in un luogo aperto e uscire dai nostri rispettivi centri». «Oggi erano presenti fedeli di diverse etnie e razze», prosegue Omar Al Hnati, vicepresidente della comunità, «uniti da una religione unica che parla di misericordia e di pace, ringraziamo i cittadini veneziani che ci hanno accolto al parco e soprattutto il sindaco di Venezia». Durante le omelie, anche una preghiera per i terremotati, per le vittime e le loro famiglie.
A condurre la preghiera anche due capi spirituali bengalesi, Hafez Ghangir e Mohammed Nureddin. Attorno alle 8,30 gli auguri di Eid Mubarak e per qualcuno brioche e cappuccino al bar. Al parco è intervenuto anche don Nandino Capovilla, che ha portato il suo saluto ai musulmani. L’organizzazione ha lasciato il parco così com’era, pulendo e mettendo tutto in ordine. (m.a.)
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