Festa al Lido per mille ma era senza i permessi
LIDO. A sentire i commenti degli oltre mille ragazzi tra i 14 e 20 anni che vi hanno partecipato la festa è stata un successo: peccato però secondo la questura non vi fossero tutte le autorizzazioni necessarie per poterla organizzare. È il caso della quinta edizioni della Festabbomba che si è tenuta mercoledì sera, ultimo giorno di sicura, negli spazi dell’aeroporto Nicelli al Lido di Venezia, nell’area vicina al ristorante. Il preavviso della festa era arrivato alla questura di Santa Chiara giovedì scorso. Nell’esaminare la documentazione presentata dall’organizzazione dell’evento - per la questura del tutto assimilabile a una manifestazione “aperta al pubblico” - il questore Angelo Sanna aveva poi convocato il promotore della manifestazione chiedendogli di presentare ulteriore documentazione al fine di ottemperare a tutti gli obblighi di legge previsti per eventi come quello preannunciato. Senza quei documenti, niente festa. Solo che la documentazione in questura non è arrivata, mentre la festa si è tenuta lo stesso, con la partecipazione, come si diceva, di oltre mille giovani. Con musica e distribuzione di bevande, alcolici compresi, somministrati però solo ai maggiorenni tanto che, sulla pagina facebook che annunciava la festa - ingresso a 15 euro con una consumazione -si ricordava ai partecipanti di «portare un documento d'identità non per i limiti d'età ma per la somministrazione di alcolici al bar. Obbligatorio per tutti». Accertata la mancanza di parte della documentazione, i responsabili dell'organizzazione sono stati quindi informati che sarà inviata una segnalazione alla procura «per le opportune valutazioni in ambito amministrativo e penale». Quella di mercoledì sera è stata la quinta edizione di una festa studentesca che, in occasione della fine dell’anno scolastico, fa sempre il pieno di adolescenti residenti in città che così festeggiano la fine delle lezioni e l’inizio delle vacanze estive. «Per noi la segnalazione alla procura», spiega Giuseppe Giupponi, lo studente universitario di 21 anni che ha organizzato la festa con altri due amici, «è il frutto di un errore di valutazione perché era una vera e propria festa privata, tutte le persone potevano entrare solo se si erano iscritte nelle liste d’ingresso e solo se avevano ottenuto l’ok da me o a da qualcuno dei miei collaboratori. A distribuire da bere poi non eravamo noi, ma il ristorante interno al Nicelli, che ovviamente dava alcolici solo ai maggiorenni. Mi dispiace per quanto successo anche perché da anni organizzo questa festa dando ai più giovani la possibilità di divertirsi in un luogo sicuro, quello che io avrei voluto fare quando avevo 14 o 15 anni».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia