«Ferro adesso presenti le dimissioni»

Opposizioni compatte dopo il nuovo caso che ha coinvolto la moglie sindaco per un subingresso in una concessione
Di Elisabetta B. Anzoletti

CHIOGGIA. “Il sindaco si presenti dimissionario in Consiglio comunale”. Lo chiede la Lega dopo la seconda ondata della bufera politica che ha travolto il sindaco Alessandro Ferro. Una ridda di ipotesi di conflitti di interessi, legati alla vicenda della società “Ultima spiaggia” in cui siede come socio accomandante, su cui Ferro ha promesso spiegazioni che al momento non sono ancora arrivate. I nuovi sviluppi, pubblicati ieri dalla Nuova in esclusiva, hanno scatenato durissime critiche nelle opposizioni. “Ultima spiaggia sas”, non solo ha perso un ricorso al Tar e al Consiglio di Stato e dovrà rinunciare alla concessione demaniale in cui era subentrata al posto della parrocchia di Ca’ Lino, ma si è scoperto che la stessa società il 27 luglio scorso (quando Ferro era già sindaco) è subentrata in un’altra concessione demaniale di cui era titolare la moglie del sindaco, su cui pende un ulteriore ricorso.

«Dai predicatori dell’onestà stiamo vedendo il peggio del peggio», spiega Marco Dolfin consigliere della Lega, «ogni giorno scopriamo un pezzetto in più di una vicenda brutta e confusa su cui il sindaco non ha mai fatto nemmeno mezza parola. Al di là dei profili di natura giuridica, che non sono comunque secondari, il dato certo che è già evidente è l’enorme conflitto di interessi di tutta la vicenda e il pasticcio politico. Al prossimo Consiglio Ferro dovrà chiarire un bel po’ di cose e, se ha un minimo di coerenza, dovrebbe presentarsi dimissionario. Un appunto va fatto anche ai suoi che continuano a sostenere di essere stati al corrente della cosa e ugualmente hanno taciuto e dicono che tutto va bene».

C’è poi chi ripercorre le date della vicenda per puntualizzare le occasioni perse del sindaco per smarcarsi dalla vicenda. «Le novità pubblicate dalla “Nuova” rendono ancora più complicata la posizione del sindaco», sostiene Giuseppe Casson di Chioggia è libera, «Ferro ha il dovere, sempre più pressante, di chiarire la sua posizione, non può più limitarsi alla lettura di poche righe di pseudo-chiarimento tentando di chiudere la questione in pochi minuti. I punti da chiarire sono tanti e anche pesanti. La sentenza del Consiglio di Stato (che decreta irregolare il sub ingresso di Ultima spiaggia nella concessione che era della parrocchia di Ca’ Lino) è stata pubblicata il 13 dicembre, il giorno dopo il sindaco avrebbe dovuto fare una dichiarazione di non ingerenza in cui spiegava che per evidenti interessi personali nella vicenda avrebbe delegato a altri di occuparsene. Invece che fa? Tre giorni dopo, in un rimpasto di giunta, si prende pure la delega al Demanio che molla solo il 16 gennaio dopo che è scoppiato lo scandalo sui giornali. Non solo, manda anche una mail all’avvocato della controparte, Pierpaolo Alegiani, con il suo indirizzo privato dando ulteriore prova di ingerenza. Continua a ripetere di non aver alcun ruolo nella società, eppure si mette lui a gestire addirittura le comunicazioni con l’avvocato della controparte che chiedeva al Comune di dar seguito alla sentenza. Se non è conflitto di interessi questo… Altro grande pasticcio l’atto con cui il Comune, il 27 luglio, concede alla società del sindaco di subentrare nella concessione della moglie».

Sul comportamento degli uffici chiede verifiche il Pd. «Che il sindaco abbia fatto un grande pasticcio politico è evidente», spiega la capogruppo dem, Barbara Penzo, «che abbia molto da chiarire al Consiglio e alla città anche, ma c’è un altro aspetto che mi preoccupa, il fatto che gli uffici comunali possano aver commesso un’altra irregolarità nel concedere il sub ingresso, dopo quella già decretata dal Consiglio di Stato. Chiedo un controllo a tappeto su tutte le concessioni rilasciate negli ultimi cinque anni».

Sul caso specifico Forza Italia ha già chiesto un accesso agli atti. «Voglio capire bene tutti i risvolti leggendo i documenti», spiega il consigliere azzurro, Beniamino Boscolo Capon, primo a sollevare il caso con un’interrogazione, «ho già acquisito gli atti dell’ufficio commercio e a breve avrò quelli dell’ufficio demanio. Non entro nel merito dei profili imprenditoriali della vicenda, quello che al momento mi interessa è la vicenda politica. Abbiamo un sindaco, espressione di un Movimento che predica onestà e trasparenza, che su tutta questa vicenda non ha detto nulla, né in campagna elettorale né una volta eletto quando avrebbe potuto chiarire le cose evitando che si ingenerassero ombre. Ora attendiamo il Consiglio per avere le spiegazioni che dovranno essere molto convincenti».

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