Ferragosto violento a Jesolo. «La Polizia c’era, chiudo tutto»

Il patron del Vanilla, Luciano Pareschi, è amareggiato: «Ingiusto bloccare l’attività in agosto per 15 giorni. Perderanno il lavoro 60 persone»

JESOLO. Vanilla Club chiuso per 15 giorni su decisione della Questura di Venezia che ha applicato la sanzione al locale di Luciani Pareschi dopo la violenta aggressione al 24enne di Pianiga Daniele Bariletti e la denuncia del suo aggressore, il 35enne di Cavallino Luca Fabbro. Adesso il proprietario Luciano Pareschi annuncia: «Per noi estate finita e il prossimo anno non so se apriremo il locale».

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La sorte del Vanilla è segnata per il 2017 e per gli anni a venire. Un altro episodio legato all’atmosfera di tensione sempre crescente dopo l’uccisione di un giovane toscano in una discoteca di Lloret de Mar in Spagna, ovvero la violenza nei locali notturni, lo sballo incontrollato del Ferragosto. L’opinione pubblica è rimasta scandalizzata e impaurita da quello che può accadere in una discoteca dopo una banale lite, a Lloret, con un morto in pista, o a Jesolo, con un giovane in ospedale. Pareschi è amareggiatoe stanco: Decide di parlare appena dimesso dall’ospedale di Treviso dopo il collasso di un polmone a seguito di una lite con un gruppo di Rom al parco acquatico Aqualandia. Un altro episodio sul quale la polizia di Stato jesolana sta indagando. Per il Vanilla la stagione è finita come annuncia il patron del Vanilla.

«Posso solo dire che 60-70 persone saranno a casa senza lavoro con la chiusura del Vanilla», ricorda Pareschi che a giorni dovrebbe organizzare una conferenza stampa e che si tutelerà legalmente per quanto accaduto, «in altre occasioni, altri locali sono stati sanzionati con chiusure che venivano ad esempio rinviate all’inverno, quando erano chiusi. Noi subito, per quindici giorni e in piena stagione. Sono state dette e scritte tante cose, ma quella notte in cui il 24enne è stato aggredito dall’altro uomo, la polizia era già nel locale perché noi l’avevamo chiamata per un altro intervento. Per prima cosa siamo contenti che il ragazzo si sia ripreso, che è la cosa più importante. Ma non è vero che noi non abbiamo chiamato la polizia: era già al Vanilla. Il nostro servizio di sicurezza risponderà da solo e per conto proprio delle accuse rivolte sul mancato soccorso o per non aver fermato l’aggressore e chiamato il 118 immediatamente. Non possiamo rispondere per loro».

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Ora gli interrogativi si accavallano nella mente di Pareschi e il proprietario di Vanilla e dell’adiacente parco a tema acquatico Aqualandia non sa trovare risposte rassicuranti. Tutto viene rimesso in discussione in questi giorni e di sicuro questo episodio ha lasciato il segno. «Mi pongo davvero tante domande», prosegue Pareschi, «come ad esempio se io sia davvero obbligato ad avere un servizio di sicurezza nei miei locali. E, poi, ad Aqualandia, che non ha un servizio di sicurezza, se due squilibrati si dovessero picchiare cosa succederà a questo punto? Mi chiuderanno anche questo? Io non denuncerò i nomadi che ho dovuto mandare via perché disturbavano ed erano pericolosi, perché so che non servirà a nulla. E non so cosa faranno al 35enne che ha picchiato il ragazzo e che sarà denunciato dalla famiglia del giovane aggredito. Sono ormai disilluso su tutto e non mi resta che andare avanti come ho sempre fatto con la massima correttezza e professionalità».
 

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