Fermo pesca anche per le “volanti” Sgombri venduti a 1,5 euro al chilo
CHIOGGIA. Da oggi anche le volanti, come previsto dai decreti legge, si fermano per il fermo biologico obbligatorio, dopo che lunedì, invece, già erano rimaste alla corda i pescherecci per la pesca a strascico, dediti alla cattura delle specie ittiche che si trovano sul fondo del mare (rombi, sogliole, capesante, ecc.) . Due le principali novità introdotte quest’anno. La prima riguarda proprio i due decreti legge diversi per tipo di pesca, attuati per la prima volta, che distinguono il fermo della pesca a strascico, da Trieste ad Ancona, dallo stop per le volanti, che invece in coppia pescano pesce azzurro, i piccoli pelagici (sardine e acciughe).
La seconda riguarda la possibilità di agganciare in coda ai giorni di fermo anche i 15 giorni già lavorati in eccedenza dall’inizio dell’anno, portando a 40 i giorni di stop forzati (anche se ne sono rimborsati solamente 20). Così, mentre le volanti prenderanno la via del mare già il 30 agosto, per le barche a strascico il fermo pesca si protrarrà fino al 9 settembre prossimo (in quanto il giorno 6, che chiude il fermo, cade di venerdì). Decreti che interessano poco più di un centinaio di pescherecci per la pesca a strascico e otto imbarcazioni (quattro coppie) della pesca a volante. «Le cooperative di pesca», spiega Elio Dall’Acqua, pescatore e presidente di Federpesca, «hanno presentato alla Regione, che poi a sua volta ha girato il tutto a Roma, la richiesta di scontare i giorni in eccedenza già effettuati di pesca, anziché nel mese di dicembre, in fondo al fermo pesca 2019, dando così modo alla risorsa di raggiungere una taglia più consona». Le volanti, invece (8 barche tra la flotta chioggiotta), si fermeranno un mese, di seguito, dal 15 dicembre al 15 gennaio. Stop al pesce fresco nostrano per almeno un mese e sulle nostre tavole potrà arrivare solamente pesce di allevamento, oppure pescato con le nasse e da piccole imbarcazioni. Naturalmente è probabile, in un mercato ittico che fattura una cinquantina di milioni di euro all’anno, un aumento del pescato proveniente da Paesi limitrofi come la Spagna, la Francia e soprattutto dalla Criazia, Paese dirimpettaio rispetto all’Italia che però adotta il fermo pesca in altre momenti dell’anno. Davanti alla coste croate, infatti, continuano a pescare le lampare (le saccaleva in dialetto chioggiotto) che però hanno bisogno del mare calmo per poter lavorare. Nel frattempo al Mercato Ittico si registra un crollo dei prezzi con gli sgombri venduti ad un euro e mezzo ed i merlari (i molti in dialetto) addirittura solamente ad un euro. —
Daniele Zennaro
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